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Dopo le Europee Salvini rilancia sulla flat tax: "All'Italia serve uno choc fiscale da 30 miliardi"

Matteo Salvini

Forte del 34% delle europee Matteo Salvini tracima dalla scrivania del Viminale a quella di altri ministeri, e detta l’agenda di governo anche a Tesoro e al presidente del Consiglio. Il ministro dell’Interno ha infatti rilanciato non solo sul decreto sicurezza, ma anche sulla manovra e sulla flat tax, da fare in deficit. Parole che hanno generato nervosismo sui mercati e la reazione del premier Giuseppe Conte, che ha frenato sul fisco.

Frizioni ulteriori tra gli alleati di governo arrivano dall’annuncio della blindatura da parte della Lega del sottosegretario Edoardo Rixi, in caso di sua condanna, cosa che ha suscitato la rabbia di M5s, mentre Luigi Di Maio ha incontrato il presidente Sergio Mattarella.

Salvini da una parte ha ribadito di voler andare avanti con il governo giallo-verde, ("nessun ultimatum" a Di Maio), dall’altro si è mosso non da partner e da vicepremier, ma da dominus e premier. Ha infatti mandato un altolà alla Commissione Ue a non mandare l’annunciata «letterina» sull'eccesso di debito 2018, proprio mentre Conte era a Bruxelles al Consiglio europeo. Poi ha rilanciato su tutti i temi urticanti per M5s, dalla Tav all’Autonomia, dal decreto sicurezza alla flat tax: «al Paese - ha detto - serve uno choc fiscale», una cura da «circa trenta miliardi». Una proposta «che siamo pronti a portare in Consiglio dei ministri»; con buona pace del Tesoro e del Premier Conte.

«Non abbiamo ancora iniziato a discutere della manovra economica» ha tagliato corto Conte interpellato dai cronisti. Inevitabile la domanda se non si sente commissariato dal Ministro dell’Interno: «Salvini ha sempre fatto parte delle forze del mio governo. Perchè dovrei sentirmi commissariato?» ha replicato il premier, certo non facilitato nelle difficili trattative con gli altri partner europei per i futuri assetti Ue dagli annunci di Salvini di voler sforare le regole del debito e del deficit, che hanno fatto impennare lo spread a 290.

Come se non bastassero le fibrillazioni, ecco che dopo una riunione a Palazzo Chigi con Salvini, il presidente dei senatori della Lega, Massimiliano Romeo, ha annunciato che se nei giorni a venire dovesse arrivare una condanna per il sottosegretario Rixi, questi «sta al suo posto. La Lega ha deciso», ha sottolineato. Il sottosegretario Stefano Buffagni, di M5s, è sbottato: «c'è un contratto di Governo da rispettare dove c'è scritto chiaramente» che i condannati devono lasciare. «Se non lo vogliono rispettare e farlo saltare lo dicano chiaramente e se ne assumano la responsabilità».

«Conto che il governo vada avanti per i prossimi mesi, per i prossimi anni», ha a sua volta replicato Salvini. «Il Movimento deve ribadire con forza la propria identità e le proprie proposte all’interno delle istituzioni», compreso che i condannati lascino le cariche, ha detto Alessandro Di Battista quasi ad incalzare lo stesso Di Maio. Il capo politico di M5s in giornata ha incontrato al Quirinale il presidente Mattarella in merito all’individuazione dei Cavalieri del lavoro da nominare per la Festa del 2 giugno. Si può ritenere che si sia parlato anche della situazione politica. Mattarella resta alla finestra registrando in queste ore le affermazioni dei due partiti di governo di voler andare avanti, anche se il dibattito politico fa emergere forti frizioni. Finché queste non degenerano, al Presidente della Repubblica non spettano altri compiti, anche se il Quirinale continua a seguire con preoccupazione l’andamento dei conti pubblici e la salita dello spread. Naturalmente le porte del Quirinale sono aperte per ascoltare eventuali interlocutori.

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