Un dialogo politico e confortato dalle nuove stime di governo per evitare la manovra bis. Giuseppe Conte, dalla lontana Hanoi, ha gli occhi puntati su Bruxelles e sulla scure che, dalla commissione europea uscente, potrebbe arrivare da qui a un mese sui conti e sul governo italiano. Non sarebbe la prima volta, visto il delicato negoziato affrontato dal premier nell’autunno scorso. Ma, questa volta, Conte gioca con un handicap: un governo sul filo dell’instabilità alle spalle. Il premier ne è consapevole e, dopo l’ultimatum a M5S-Lega di lunedì, si veste nuovamente da mediatore. Nel rapporto tra Italia e Ue e in quello tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Tra un incontro e un altro, tutto nel segno del Made in Italy e dell’export nostrano in Vietnam, Conte concentra la sua attenzione sulla risposta da dare alle raccomandazione Ue. «Una manovra bis non è all’orizzonte, sulla procedura d’infrazione sono moderatamente ottimista», spiega il premier a tarda sera dal Sofitel Metropole, leggendario hotel coloniale che ha ospitato scrittori come Graham Greene o vertici come il recente faccia a faccia tra Donald Trump e Kim Jong-un. Ed è proprio da Hanoi che il premier prepara la sua strategia.
«Le regole Ue vanno cambiate, considerarle dogmi significa, per l’Europa, spuntarsi gli artigli ma il problema è che ora vengono a attuate quelle vigenti», sottolinea il premier. Tradotto: Conte non andrà in Europa per rompere ma per raggiungere un obiettivo di breve periodo con il dialogo. «L'auspicio è di trovare un accordo nel rispetto degli impegno». Anche perché, sottolinea, «si sta operando una sorta di autocorrezione naturale e i numeri che ha il governo sono diversi, il 2019 evidenzia maggiori entrate tributarie e non tributarie, e allarga i margini d’azione».
Certo, la scure dell’Ue complica non poco la manovra del prossimo autunno e la messa in campo della bandiera leghista, la flat tax. «E' una priorità ma non è ancora sul mio tavolo», spiega il premier sottolineando di essere ancora «più ambizioso" e di puntare ad una riforma organica del fisco. E ribadendo un pensiero già filtrato nei giorni scorsi a Palazzo Chigi: se Salvini ha lo schema del provvedimento pronto, lo porti. Più fatti, insomma, e meno parole. Più dialogo, invece, sembra invece chiedere il premier ai suoi vice. Tanto da sembrare di porre cima alle sue priorità non tanto il Cdm ma un incontro tra Di Maio e Salvini.
L’accordo sullo sblocca-cantieri, comunque, sembra dargli speranza. «La disponibilità tra M5S e Lega deve dipanarsi nel tempo e ci sono ottime premesse», spiega al termine del suo primo giorno a Hanoi. Nella capitale dopo aver incontrato il primo ministro Nguyen Xuan Phuc, il premier si concentra soprattutto sui centinaia di imprenditori presenti al III Dialogo economico di alto livello Italia-Asean, organizzato dal Forum Ambrosetti e dal Forum Italia-Asean presieduto da Enrico Letta. Fare «sistema» e «rafforzare le relazioni economiche tra Italia e Vietnam» è il messaggio che Conte invia alle aziende italiane. L’obiettivo posto dal premier e da Phuc è portare l'interscambio a 6 miliardi di dollari nel 2020 dagli oltre quattro attuali. Del resto, sottolinea Conte al ricevimento tenutosi all’Hanoi Museum mentre fuori impazza una tempesta tropicale, il Vietnam è un Paese «strategico», può essere una base per espandersi nel Sud-Est asiatico e guarda con favore al Made in Italy e alla qualità italiana.
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