Se quel «vedremo, il mio telefonino è sempre acceso» pronunciato in risposta a chi gli chiedeva se è davvero tutto finito tra Lega e Movimento 5 stelle sia una disponibilità al dialogo è presto per dirlo, di certo - almeno per ora - la replica dell’ex alleato è senza appello: «Ormai la frittata è fatta». Continuano le schermaglie tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che ieri alla commemorazione della tragedia del Ponte Morandi non si sarebbero scambiati neanche il gesto di pace durante la messa in memoria delle vittime. «Ogni giorno ha la sua pena», dice il leader della Lega. «Ognuno è artefice del proprio destino», afferma il numero uno pentastellato, che all’avversario augura un «buona fortuna» che sa di addio e rivolge un’accusa esplicita: quella di voler «rimanere attaccato alle poltrone» anche per poter usare «auto blu e i voli di Stato mentre fa campagna elettorale nelle spiagge». Da Castel Volturno, dove ha partecipato al consueto ferragostano Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, il ministro dell’Interno scambia lettere di fuoco con il presidente Conte, critica i ministri Trenta e Toninelli che non hanno firmato il secondo stop alla nave Open Arms carica di migranti e conferma il messaggio che da settimane ripete: «O c'è un governo che governa o si va al voto. Se si sciolgono le Camere la prossima settimana si può andare a elezioni a fine ottobre». «È una bugia che io abbia mai detto al presidente Conte di voler staccare la spina al governo», sottolinea poi durante una conferenza stampa fiume che conclude salutando i cronisti dicendo: «Ci rivediamo anche prossimo anno, a Dio piacendo». Come a far intendere che nel prossimo esecutivo lui, in un modo o in un altro, ci sarà. Di Maio dal canto suo in un lungo post su Facebook ribadisce la vicinanza al presidente del Consiglio e promette che tutti i ministri M5s martedì prossimo saranno al fianco di Conte durante le comunicazioni che renderà nell’Aula del Senato. «Saremo al suo fianco per sostenerlo contro la sfiducia della Lega. Li aspettiamo al varco», spiega. Il botta e risposta epistolare tra il premier e il ministro, è l’occasione per Di Maio per rilanciare l’attacco all’ex socio di maggioranza: «Salvini di punto in bianco ha deciso di far cadere» il governo «in pieno agosto, senza alcuna spiegazione e senza nessun preavviso agli italiani. Quindi è inutile che ora sbraita, è colpa sua se oggi ci troviamo in questa situazione». Perchè ha aperto la crisi? «Lo ha fatto - termina il vice premier - solo per il consenso. Lo ha fatto per qualche sondaggio? Non solo! Anche perchè stavamo per togliere le concessioni ai Benetton e stavamo per tagliare 345 parlamentari, che lui non vuole tagliare più». Sulla stessa linea è anche Alessandro Di Battista: «Il Ministro del tradimento inizia a dare cenni di pentimento».