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Crisi di governo, proseguono le consultazioni: i big da Mattarella

Apre Giorgia Meloni, chiude Luigi Di Maio. E’ la seconda, e decisiva, giornata di questo round di consultazioni al Quirinale ed è il turno dei leader che tengono la scena di questa crisi, eccezion fatta per il presidente del Consiglio dimissionario, Giuseppe Conte.

Accompagnati dai rispettivi capigruppo nei due rami del Parlamento, infatti, varcheranno la porta dello Studio alla Vetrata per il colloquio con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i leader di partito.

Questa la sequenza degli appuntamenti e la composizione delle delegazioni, come resa nota dall’ufficio stampa della Presidenza della Repubblica:
- ore 10, Giorgia Meloni guida la delegazione FdI, composta dal capogruppo al Senato, Luca Ciriani, e dal vicepresidente del gruppo alla Camera Tommaso Foti.
- ore 11, il segretario Pd, Nicola Zingaretti, sarà accompagnato da Andrea Marcucci e Graziano Delrio, rispettivamente capigruppo a Senato e Camera, e da Paola De Micheli, vicesegretaria dem.
- ore 12, con Silvio Berlusconi, presidente FI, saranno le capigruppo a Senato e Camera, Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini.
Si riprende nel pomeriggio, quando di scena saranno gli ormai ex due contraenti del Contratto di governo:
- ore 16, Matteo Salvini, con Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, capigruppo a Senato e Camer
- ore 17, Luigi Di Maio con i capigruppo Stefano Patuanelli (Senato) e Francesco D’Uva (Camera).

12,37 - «L'esperienza appena conclusa dimostra che i progetti di governo si fanno con i tempi e con le  idee compatibili, non dopo il voto ma prima. Quindi un governo non può nascere in laboratorio, se basato solo su un contratto». Lo afferma Silvio Berlusconi, leader di Fi, al termine delle consultazioni. «Forza Italia ha condotto un’opposizione seria e coerente in parlamento cercando di correggere molti errori e migliorare provvedimenti del governo con lo stesso senso di responsabilità dimostrato finora, e che è stato molto oneroso in termini politici per il nostro partito. Ma oggi mettiamo in guardia da un governo frutto di una maggioranza tra diversi e improvvisata». L’ha detto il presidente di Forza Italia ed ex premier Silvio Berlusconi, al termine delle consultazioni con Sergio Mattarella. «Una maggioranza che non rispecchia la maggioranza degli elettori è una mera coincidenza di forze che si sono contrastate, non può essere la base per un esecutivo stabile e credibile ma solo una presa in giro degli elettori ed  un tradimento delle loro volontà». Lo afferma Silvio Berlusconi. «Un governo sbilanciato a sinistra sarebbe pericoloso per le imprese, lo sviluppo, la sicurezza», conclude. «In nessun caso Fi è disponibile ad alleanze con chi abbiamo contrastato in campagna elettorale e che esprimono una visione del paese diversa e opposta». Lo afferma Silvio Berlusconi leader Fi al termine delle consultazioni.«Occorre costituire in Parlamento una maggioranza di centrodestra che corrisponda al sentire degli  italiani. Qualora non fosse possibile, la strada maestra è una sola: elezioni anticipate. Questo è il suggerimento formulato al capo stato in cui Forza Italia ripone massima fiducia per le scelte che riterrà di fare». L’ha detto il presidente di Forza Italia ed ex premier Silvio Berlusconi, al termine delle consultazioni con Sergio Mattarella.

11,23 - «Abbiamo manifestato al presidente della Repubblica la disponibilità a verificare la formazione diversa maggioranza e l’avvio di una fase politica nuova e un governo nel segno della discontinuità politica e programmatica». Lo dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti al termine dell’incontro con Mattarella. «Non un governo a qualsiasi costo: serve un governo di svolta, alternativo alle destre, con un programma nuovo, solido, una ampia base parlamentare e ridia una speranza agli italiani. Se non dovessero esistere queste condizioni, tutte da verificare, lo sbocco naturale della crisi sono nuove elezioni anticipate alle quali il Pd è pronto». Lo afferma il segretario del Pd Nicola Zingaretti al terminedell’incontro con il Capo dello Stato. Il Pd ritiene «utile» provare a costituire un «governo di svolta» per il quale «abbiamo indicato i primi non negoziabili principi": primo tra tutti la riconferma della «vocazione europeista» dell’Italia. Lo ha detto il
segretario del Pd Nicola Zingraretti al termine delle consultazioni al Quirinale.

10,32 - «Le elezioni sono oggi l’unico esito possibile, rispettoso dell’Italia, dei suoi interessi, del suo popolo e della Costituzione». Lo ha detto la presidente di Fdi Giorgia Meloni. Dunque, per Meloni l’unica via è "Sciogliere le camere e indire immediate elezioni. Se il presidente Mattarella valuta l’ipotesi di un mandato allora bisognerebbe ripartire dalle elezioni del 2018 e dal sentimento popolare. Altre soluzioni per noi non ci sono, e se intraprese sarebbero una lesione per la democrazia».

 

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