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Ponte sullo Stretto, Giammanco (FI): "Il Sud diventerebbe polo logistico dell'Ue"

"Il Governo continua a cincischiare, dimostrando di non sapere investire sul futuro del Paese. La costruzione del Ponte sullo stretto attiverebbe, finalmente, un circolo virtuoso di investimenti per lo sviluppo del Mezzogiorno. Mezzogiorno che andrebbe a connotarsi come polo logistico dell’Italia e dell’Europa". Lo afferma Gabriella Giammanco, vicepresidente di Forza Italia in Senato nel corso di un question time al Ministro dell’economia Gualtieri.

"Questo governo - prosegue - ha destinato fin troppe risorse alla ricerca del consenso elettorale. Non si può continuare a governare distribuendo prebende e bonus, pensando solo a salvaguardare le proprie poltrone, ignorando il costo che le generazioni future pagheranno per tali politiche. Il tempo e scaduto". "Il recovery fund potrà essere un’occasione per invertire la rotta ma non dobbiamo lasciare nulla al caso e soprattutto dobbiamo partire dall’assunto che il Sud non può più essere trattato come una zavorra ma rappresenta il motore da accendere per far ripartire l’Italia intera".

Dal canto suo il ministro Gualtieri ha replicato confermando l'apertura sul tema da parte del Governo: "Il ministro delle Infrastrutture sta valutando la percorribilità della realizzazione del ponte sullo Stretto nell’ambito di una stringente project review che riduca drasticamente il costo del progetto definitivo, anche al fine di garantire la sostenibilità economico finanziaria. Si terrà conto degli esiti di una puntuale analisi costi-benefici e del dibattito pubblico cui verrà sottoposto il progetto, valutando altresì le ricadute in termini occupazionali, ambientali, trasportistiche alla luce degli investimenti infrastrutturali già programmati e di tutti i profili giuridici connessi al contenzioso in corso con il soggetto attuatore e con il general contractor".

"Tali valutazioni sono ovviamente propedeutiche alla ricognizione delle possibili fonti di finanziamento rispetto alle quali le nuove risorse costituiscono una fonte su cui è opportuno fare una valutazione", ha aggiunto il ministro. "Un’opera di questa portata e di questo potenzialità esige una rigorosa valutazione di sostenibilità economica e finanziaria in relazione al costo aggiornato del progetto definitivo", ha osservato Gualtieri

"Il costo originario del progetto ammontava a quasi 6 miliardi di euro a cui si aggiungevano oltre 4 miliardi di euro di opere compensative richieste dai territori e quindi il costo complessivo dell’opera nel 2012 non ne consentiva la sostenibilità finanziaria nella modalità allora contrattualmente prevista e per tali motivazioni il progetto non ebbe corso".

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