Fare presto. È la parola d'ordine del Governo, in testa la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, affinché gli studenti tornino tra i banchi di scuola nel 2020, senza rinviare la didattica in presenza al nuovo anno.
È una corsa contro il tempo considerato che incombono le vacanze di Natale fissate dal calendario scolastico tra il 23-24 dicembre e il 5-6 gennaio, a seconda delle Regioni. Quindi gli occhi sono puntati su quel fatidico 3 dicembre, quando scadrà l'attuale Dpcm e sono attese le nuove norme. La politica è in linea di massima concorde, supportata dal parere del Cts, nel ritenere che la riapertura delle scuole ha carattere prioritario, ma - anche all'interno dello stesso Governo - c'è chi sosterrebbe che la precedenza debba essere garantita alle attività economiche e che non è ancora il momento per caricare la rete di trasporto anche con gli studenti.
Le difficoltà pratiche non mancano, visto che si susseguono le decisioni di sindaci costretti a chiudere perfino asili e primarie a causa del contagio da Covid. Ma la ministra Azzolina non demorde: "L'unica cosa per me scontata - sostiene - è che siano tutti d'accordo, e che tutti collaborino, per riportare quanto prima in classe studentesse e studenti che al momento stanno facendo didattica digitale a distanza. Io sto lavorando per questo".
Anche nella convinzione - fanno sapere dal ministero dell'Istruzione - espressa con chiarezza in questi giorni pure dal Comitato tecnico scientifico, dal Ministero della Salute e dall'Oms, che "una chiusura prolungata delle scuole possa produrre un impatto negativo sui nostri studenti, dal punto di vista psicologico e della dispersione scolastica". Lo stesso coordinatore del Cts Agostino Miozzo ha ribadito che la scuola "deve essere una priorità" anzi il primo tema al centro del dibattito politico sulle riaperture.
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