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Il governo al lavoro sul nuovo Dpcm, il premier: "Nel pomeriggio avremo novità". Quando parla Conte?

Giuseppe Conte

Il governo sta preparando il nuovo Dpcm e già oggi pomeriggio potrebbero esserci novità sugli scenari delle misure anti-Covid in vigore dal 4 dicembre con la possibilità che alcune regioni rosse vengano spostate in arancione e alcune restrizioni vengano allentate in vista del Natale. Approvato il Dpcm si passerà alla consueta conferenza nella quale parla il premier Giuseppe Conte per spiegare le decisioni. Intervento al quale ormai gli italiani sono abituati dallo scorso marzo.

«Sono ore impegnative, eravamo a consulto con i nostri esperti, per valutare insieme la curva epidemiologica, l'evoluzione della situazione, e gli scenari prossimi futuri. Nel pomeriggio avremo delle novità», ha detto questa mattina Conte, intervenendo a un evento promosso dal M5S. Conte si è collegato dopo la riunione con i capi delegazione di maggioranza, alla presenza di Franco Locatelli e Silvio Brusaferro, il ministro Francesco Boccia e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.

Ieri Conte ha ribadito la linea dela governo: «Altri sacrifici? E’ necessario, non possiamo abbassare la guardia, gli italiani sono consapevoli che sarà un Natale diverso o ci esponiamo a una terza ondata a gennaio, con il rischio di un alto numero di decessi».

Delle restrizioni durante le feste - con il coprifuoco che potrebbe restare dunque alle 22 anche la notte di Natale - si è parlato ieri nella prima riunione tra governo ed Enti locali e Regioni sul prossimo Dpcm che entrerà in vigore il 4 dicembre. Una videoconferenza interlocutoria, viene definita dalle parti, alla quale ha preso parte anche il ministro della Salute Roberto Speranza.

Al centro delle preoccupazioni dei governatori la scuola e le vacanze sulla neve, con i mancati introiti di quest’ultimo settore a seguito di un’ormai sicura chiusura prolungata degli impianti. Sul primo tema «le regioni unanimemente hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza», ossia soprattutto le scuole superiori, ha sintetizzato il governatore della Liguria Giovanni Toti, vicepresidente della Conferenza delle Regioni. «Si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole - ha detto Toti - in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata».

Quanto alle vacanze sulla neve, la questione ha dimensione internazionale, visto che altri Paesi europei confinanti potrebbero decidere di consentirle, attirando così anche i turisti italiani. Di conseguenza alcuni presidenti di Regione avrebbero chiesto al governo di valutare la chiusura delle frontiere in caso di divieto di riapertura degli impianti da sci, ma sempre nel quadro di decisioni europee e non unilaterali, viene sottolineato da fonti della Conferenza delle Regioni.

Restano diversi altri punti da definire per il Dpcm di Natale. Uno è quello degli orari di apertura delle attività commerciali per lo shopping dei regali e di quelle di ristorazione. L’altro quello degli spostamenti tra regioni per raggiungere i parenti: anche su questo l’orientamento prevalente del governo sarebbe rigoroso, con il divieto totale, a prescindere dalle colorazioni, al massimo con qualche deroga.

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