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Landini sul Green pass: "Non si può pagare per lavorare"

Il segretario della Cgil critico con il governo: "Il vaccino obbligatorio sarebbe stato la soluzione ideale. Bisognava pensare a tamponi gratuiti per i lavoratori"

Maurizio Landini, segretario nazionale della CGIL

Il vaccino obbligatorio sarebbe stato la soluzione ideale, ma visto che il Governo «non è riuscito a farlo perchè non ha saputo fare sintesi all’interno della maggioranza», allora si sarebbe dovuto pensare alla gratuità dei tamponi per i lavoratori. E’ critico Maurizio Landini che, in un’intervista a Repubblica, ricorda che per i sindacati «il provvedimento migliore è quello di rendere obbligatorio di vaccino per tutti i cittadini, non solo per i lavoratori».

«Siamo convinti che il diritto alla salute della collettività venga prima di qualunque altra cosa» dice il segretario generale della Cgil, «noi ci auguriamo che la scelta del governo sul green pass spinga le persone a vaccinarsi, resta tuttavia una contraddizione: l’obbligatorietà del certificato verde non vuol dire che sia obbligatorio vaccinarsi, basta presentare il tampone. Dunque resta la libertà anche di non vaccinarsi, ma allora imporre un costo per esercitare il diritto al lavoro in un Paese con bassi salari è sbagliato e rischia di essere controproducente».

Per Landini, comunque, la partita non è ancora chiusa. «Noi pensiamo che da qui al 15 ottobre quando il decreto entrerà in vigore si possa cambiare e tornare a quello in vigore fino ad agosto: credito d’imposta per le spese sostenute dalle imprese per i tamponi, gratuiti per i lavoratori e sanificazione degli ambienti di lavoro». Poi il monito: «La decisione del governo rischia di produrre divisioni nei luoghi di lavoro e di creare conflitti di cui non abbiamo affatto bisogno».

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