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Il post Quirinale: gli anticorpi delle istituzioni e i virus partitici

Camera dei deputati

Due anomalie in trent’anni – il berlusconismo nei primi cinque lustri, contaminato e contaminante per i conflitti di interesse del suo “lider maximo”, e il grillismo nell’ultimo quinquennio in particolare, finito sotto le macerie di una destrutturazione endemica – sono state la conseguenza di derive politiche che si incastonano nel frastagliato percorso della storia italica. 

La cui forza delle istituzioni democratiche va oltre ogni campo minato. La nostra, ed è una ragione di soddisfazione, è una Democrazia compiuta e matura, ancorata ai valori occidentali, per quanto pervasa da divisioni, egoismi, vizi antichi. Ma che trova in se stessa le risorse, gli uomini e le donne che possano rappresentarla al meglio: nocchieri in grado di prendere il timone della barca nei momenti più difficili. Il guizzo quando di fronte hai il precipizio. E le imprese sportive ne sono, in qualche modo, il paradigma più esaltante.

Una Democrazia forgiata dalla Resistenza, permeata dai valori del cattolicesimo sociale; una Democrazia che sa essere solidale: abbiamo il più invidiato sistema di welfare al mondo. Una Democrazia arricchita dai principi liberali e progressisti. Messa a dura prova dagli anni del terrore e attaccata dal crimine organizzato di matrice mafiosa: una Democrazia sopravvissuta a ogni affondo, che fibrilla e oscilla, ma in grado di difendersi.

Questo è il senso della rielezione di Sergio Mattarella, gigante della Patria che sul “desiderio di riposo” fa prevalere il dovere della responsabilità. E molte delle “seconde scelte” che sarebbero potute ascendere al Quirinale, avvedute al punto da evitare il cecchinaggio politico registrato per sei giorni, portano le medesime stimmate: prerogativa degli statisti. Da Mario Draghi a Pierferdinando Casini, da Giuliano Amato a Elisabetta Belloni, da Sabino Cassese a Marta Cartabia. E ci limitiamo a citare solo coloro che hanno fatto parte della giostra, ma che il fango dei giochi partitici non ha sporcato.

Molte cose sono destinate a cambiare. Il quadro si scomporrà. Forza Italia si affrancherà da una destra a trazione sovranista per dare vita a un nuovo Centro in asse con Renzi. L’implosione del M5 Stelle è quanto accadrà sull’altro fronte. Da qui alle Politiche del 2023 il puzzle assumerà altre connotazioni e molte tessere sono destinate a scomparire. Dal magma dovrà emergere una nuova legge elettorale, che è presumibile vada in direzione proporzionale. La nostra Democrazia è forte, le istituzioni reggono anche alle scosse più violente, ma adesso è tempo di stabilizzare la governabilità e regalarci normalità. Le varianti politiche del virus partitico vanno tenute a bada.

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