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Letta: tassa di successione per milionari e dote a 18enni. Di Maio: sì a Tabacci. Calenda indeciso

Luigi Di Maio

«Del tema discuteremo in questi giorni, abbiamo qualche giorno di tempo davanti, io non sono uno di quelli che vuole perdere tempo, però dobbiamo andare di fronte a 60 milioni di italiani». Lo ha detto il leader del Pd, Enrico Letta, sulla possibilità di un’alleanza con Carlo Calenda e Matteo Renzi. «Renzi ci sarà? Davanti a 60 milioni di italiani, dobbiamo essere convincenti, io non metto veti nei confronti di nessuno, discutiamo con tutti, non dico serenamente perché in questo momento non tornerebbe simpatico, ma discutiamo con tutti approfonditamente e nel modo giusto». E, a proposito della proposta di una «dote per i 18enni». ha ribadito: «Noi la porteremo avanti e sarà finanziata con la tassa di successione per i patrimoni plurimilionari, è giusto che uno che ha un patrimonio così lasci qualcosa alla società: se viene ridato ai giovani attanagliati dalla precarietà questo è il senso di generazioni che si aiutano». Sul M5S è lapidario: «Sul M5s confermo quello che abbiamo già deciso formalmente. Noi non avremo rapporti politico-elettorali in questa campagna elettorale con le forze politiche protagoniste di quell'atto di irresponsabilità del 20 luglio, in cui il governo è stato fatto cadere da tre pilastri che lo sostenevano. E il M5s è fra questi». Mentre nel centrodestra «in otto giorni è cambiato tutto, stiamo cercando di costruire una campagna elettorale, un progetto, una proposta. Il centrodestra è stato più rapido di noi. Per noi è più difficile, non perché siamo particolarmente incasinati, ma perché dall’altra parte Salvini e Berlusconi si sono consegnati a Meloni. Si sono arresi e la trattativa è durata un minuto. Entro le scadenze di agosto sarà tutto pronto, e voglio che sia una campagna elettorale sui contenuti, propositiva». Poi i temi d'attualità: «L'inflazione oggi è il nemico peggiore, la tassa più disuguale, colpisce la parte più debole della popolazione. Il governo stava intervenendo bene, ecco il motivo principale per cui è stato così un errore farlo cadere. Se dovessi dire una cosa da fare oggi, sarebbe intervenire in modo molto netto, abbattere i costi degli abbonamenti, aiutare il trasporto pubblico locale, aiutare la parte più debole della popolazione a combattere il caro energia». Ma non solo. «Non tassare le successioni di milionari e miliardari è qualcosa che non possiamo permetterci. La tassa di successione va rimessa per i patrimoni milionari e miliardari. E va rimessa per finanziare i giovani, i diciottenni che oggi non trovano lavoro. Ecco perché il tema della lotta alla disuguaglianza è fondamentale: deve essere sia sul fronte fiscale, la progressività fiscale è scritta nella costituzione, e poi anche sull'istruzione pubblica, con borse di studio per meritevoli e bisognosi. Anche questo è un principio costituzionale troppe volte tradito che dobbiamo rilanciare». Infine, la sfida: «Il Pd è il partito delle ztl? La mia sfida è far sì che diventi il primo partito fra i giovani, un partito che vince dove il tema della distanza dai servizi essenziali è più sentito. Lì fatichiamo, ma questa è la mia sfida. Per cui lancerò un tour in tutta Italia, non solo nelle città, ma anche nei centri dove la prossimità dei servizi è più complessa». «Il nostro sforzo sui diritti è stato importante in questi anni, purtroppo con risultati diversi da quelli che ci aspettavamo. Ma sarà una delle battaglie dei prossimi cinque anni. Se vinceremo le elezioni, l’Italia sarà una società più libera, in grado di far sì che le persone non siano costrette ad andarsene per esercitare i diritti».

Lunedì il giorno di Di Maio e Calenda

E’ stato siglato, a quanto si apprende, l’accordo tra il ministro degli esteri Luigi Di Maio, fondatore dei gruppi parlamentari di Ipf, e il sottosegretario Bruno Tabacci, fondatore di Centro Democratico. Lunedì mattina a Roma ci sarà il lancio del nuovo progetto. «Sarà l’evoluzione di Insieme per il futuro», confermano dall’entourage del ministro. Lunedì sarà un giorno importante anche per il leader di Azione, Carlo Calenda, che scrive su twitter: «Non possiamo sbagliare la decisione sulla corsa in coalizione al centro o con il @pdnetwork. Da questa decisione dipende la possibilità di contendere la vittoria, che non reputo affatto certa, alla destra e di dare al paese un governo decoroso. Le variabili sono molte e complesse. La cosa più naturale per noi sarebbe il modello Roma. Anche perché la decisione del PD di tenere dentro partiti che non hanno votato la fiducia a Draghi e ex 5S non ci convince per nulla. Però la legge elettorale è quella che è, e la campagna dura un mese. Entro lunedì decideremo».

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