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Berlusconi, un altro audio: “L'Ucraina triplicò gli attacchi in Donbass. Zelensky? Colpa sua”

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Silvio Berlusconi attacca Zelensky e torna a terremotare la politica italiana: la seconda puntata del suo audio registrato alla riunione con i deputati azzurri provoca un effetto ancora più scioccante rispetto a ieri: oltre a parlare della sua amicizia con Putin, tra regali e «lettere dolcissime», stavolta l’ex premier critica violentemente il Presidente ucraino, accusandolo di aver triplicato gli attacchi al Donbass. Un secondo sonoro, diffuso da Lapresse, che getta altra benzina in un clima già infuocato e in pochi minuti imbarazza profondamente la maggioranza e scatena la protesta delle opposizioni. Carlo Calenda e Giuseppe Conte esplicitamente ritengono che a questo punto nessun esponente di Forza Italia possa andare alla Farnesina. Un caos assoluto che scoppia a ridosso delle consultazioni al Colle per la formazione del nuovo governo. Un attacco, quello del Cavaliere, che viene diffuso proprio nel giorno in cui il Parlamento europeo dichiara come vincitore del premio Sacharov 2022, «il popolo ucraino, rappresentato dal suo presidente, dai leader eletti e dalla sua società civile».

Un premio che lo stesso Tajani - che domani volerà a Bruxelles dal Ppe «per confermare il filoatlantismo e il sostegno a Kiev" - si appresta a celebrare esaltando il popolo ucraino come «eroi che non si arrendono di fronte all’orrore della guerra» e le cui gesta «a difesa della democrazia e della libertà saranno per sempre scritte nella storia». Tuttavia le parole di Berlusconi sono chiarissime e il loro peso politico viene aggravato dai convinti applausi con cui vengono accolte dagli azzurri. In pochi minuti, il Cavaliere fornisce, per flash, la sua versione del conflitto: «Nel 2014 a Minsk si firma un accordo di pace tra l’Ucraina e le due neocostituite repubbliche del Donbass, senza che nessuno attaccasse l’altro. L’Ucraina - affonda l’ex premier - butta al diavolo questo trattato un anno dopo e comincia ad attaccare le frontiere delle due repubbliche che subiscono vittime tra i militari che arrivano, mi si dice, a 5-6-7mila morti. Poi arriva Zelensky che triplica gli attacchi alle due repubbliche».

A questo punto Berlusconi ripete il racconto già svolto a «Porta a Porta» prima del voto, e cioè che le due Repubbliche "disperate», vanno a Mosca e gli chiedono di essere difese. "Allora si decide a inventare una operazione speciale: le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kiev, deporre il governo in carica e imporre un governo già scelto dalla minoranza ucraina di persone per bene e di buon senso, un’altra settimana per tornare indietro». Ma a quel punto, aggiunge, Putin si trova di fronte «a una situazione imprevista e imprevedibile di resistenza da parte degli ucraini, che hanno cominciato dal terzo giorno a ricevere soldi e armi dall’Occidente». Un passaggio molto scivoloso in cui sembra che Berlusconi in qualche modo attribuisca ai militari ucraini e agli aiuti occidentali la responsabilità del perdurare del conflitto. «E la guerra, invece di essere una operazione di due settimane - conclude - è diventata una guerra di duecento e rotti anni (sic)».

Berlusconi chiama La7: "Mie parole frutto della preoccupazione riguardo ai rapporti tra Russia, Europa e Occidente"

Le parole sul presidente ucraino Volodymir Zelensky e il conflitto in Ucraina pronunciate durante la riunione del gruppo di FI alla Camera vanno inquadrate in un discorso più generale, era il racconto di una preoccupazione più generale riguardo al clima che si era ingenerato nel rapporto tra Russia, Europa e Occidente. Così il leader di FI, Silvio Berlusconi, in una telefonata La 7 durante lo speciale di Enrico Mentana.
Il direttore de La 7 ha ricevuto in diretta la telefonata dell’ex premier e ha citato le parole di Berlusconi: le parole pronunciate durante l’assemblea dei deputati di FI, «vanno inquadrate in un discorso più generale di cui si è preso solo questo aspetto, era il racconto di una preoccupazione generale riguardo al clima che si è creato nel rapporto tra Russia, Europa ed Occidente. Con il governo degli Stati Uniti che ha disatteso le premesse date da Donald Trump al rapporto multilaterale e con una situazione che è andata facendosi sempre meno favorevole, dopo 23 anni, dopo Pratica di Mare, e che ha un solo beneficiario che forse ha soffiato sul fuoco, cioè la Cina».

«La preoccupazione generale di Berlusconi - ha continuato Mentana riferendo le parole del leader di FI - era che ci fosse la rottura tra Europa e Russia, che in qualche modo interrompeva una spirale già rallentata, con il fatto che la Cina potesse approfittare di tutto questo. Questa è la contestualizzazione dell’interessato e che era alla base delle sue parole», ha concluso Mentana.

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