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Chi è Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno: già capo di Gabinetto di Salvini

Matteo Piantedosi - Ministro dell'Interno

Nato a Napoli, classe 1963, Matteo Piantedosi, lunga carriera da Prefetto, è una figura tecnica molto vicina al Salvini pensiero. E’ lo stesso segretario della Lega, infatti, a dichiarare come i tanto discussi decreti Sicurezza li abbia scritti a "4 mani" con l’allora Capo di Gabinetto. Dopo la laurea in Giurisprudenza e l’abilitazione all’esercizio della professione forense, Piantedosi, nel 1989 entra nella Prefettura di Bologna e successivamente ne diventa Capo di Gabinetto e nel 2007 viene nominato viceprefetto vicario. Entra per la prima volta al Viminale come dirigente dell’Ufficio Relazioni Parlamentari presso presso l’Ufficio Affari Legislativi e Relazioni Parlamentari, nel 2011 diventa capo di Gabinetto del Capo Dipartimento per le Politiche del Personale dell’Amministrazione Civile e per le Risorse Strumentali e Finanziarie.
Nel 2011 viene nominato Prefetto di Lodi, ma l’anno successivo torna al Ministero dell’Interno per svolgere la funzione di Vice Capo di Gabinetto e successivamente Vice Capo di Gabinetto Vicario. Dal 2012 ricopre varie funzioni, tra queste, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza per l’attività di Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia e Autorità di Gestione del Programma Operativo Nazionale "Sicurezza per lo Sviluppo-Obiettivo Convergenza 2007/2013", presiede la Commissione Consultiva per l’attuazione del servizio del Numero Unico di emergenza Europeo secondo il modello della Centrale Unica di Risposta nel territorio nazionale. Nel 2017 torna a Bologna per ricoprire l’incarico di Prefetto. Nel 2018 diventa poi Capo di Gabinetto del Ministro dell’Interno, in quel periodo il titolare del Dicastero è Matteo Salvini, anno in cui il governo gialloverde ha applicato la linea dura sulla questione migranti con la politica dei porti chiusi. Piantedosi, sostenitore della linea del segretario del Carroccio, è stato anche ascoltato dalla Procura di Agrigento nell’ambito del caso Open Arms.

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