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Rave party, è ancora scontro sulla legge: due modifiche in cantiere

In cantiere, ci sono delle modifiche che riguardano, appunto, la precisa definizione di cosa si può fare e cosa no, sanando quel vuoto che in questo momento potrebbe equiparare una protesta con occupazione di luoghi da parte di lavoratori o studenti a una mega festa.

Un testo "vago", pene "spropositate", l'assenza del termine "rave party" e l'uso del più generico "invasione ed occupazione di suolo pubblico". Sono questi alcuni "punti deboli" del decreto legge anti-rave. Anche per questo, in cantiere, ci sono delle modifiche che riguardano, appunto, la precisa definizione di cosa si può fare e cosa no, sanando quel vuoto che in questo momento potrebbe equiparare una protesta con occupazione di luoghi da parte di lavoratori o studenti a una mega festa. Intanto è ancora scontro tra maggioranza e opposizione sui contenuti del decreto

«Ritirate questa norma». «No, ma siamo disponibili a rivederla». Un rapido botta e risposta a Start, su Skytg24, tra Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera, e Massimiliano Romeo, che guida i senatori della Lega, con sottolineature e punzecchiature da ambo le parti, arriva sul tema della norma antirave, il nuovo articolo 434 bis del Codice penale.

Attacca prima Romeo. «Ci voleva una nuova norma e il ministro (Piantedosi, ndr.) ha dimostrato che quando si vuole si può, mentre Lamorgese ha dimostrato lassismo - dice - poi se la norma così come è scritta rischia di prestarsi a interpretazioni che preoccupano, si corregge in Parlamento...se c'è questa preoccupazione che può essere fondata, ecco, basta fare questo. Ci aspettavamo dall’opposizione un plauso, perchè non si può confondere il divertimento con l’illegalità».

«Se c'è il rischio che norma, così come è scritta, possa destare preoccupazione, si cambia in parlamento», dice più volte. «Nessuno del Pd difende l’illegalità. Mai e in nessuna circostanza... non siamo certo noi che difendiamo alcuna illegalità - ribatte a stretto giro l’esponente dem - ma la norma va scritta bene e voi l’avete scritta malissimo. Quindi suggerisco di ritirarla». «E' scritta così male che mette a rischio un principio fondamentale del paese, quello della libertà di riunione sancito dalla Costituzione. Non faccio un processo alle intenzioni, ma è scritta male. Ritiratela», reitera l’invito Serracchiani.

«Non c'è volontà di ritirarla, se ne faccia ragione Pd - la risposta di Romeo subitanea - con l’intervento in Parlamento si evitano interpretazioni non dovute. Noi difendiamo la libertà di manifestare e di dissenso, ed è una interpretazione che date voi quella di volerli negare. Lo avete fatto perchè Lamorgese non riusciva a fare interventi come quello fatto da Piantedosi. C'è la nostra volontà di precisare per sgomberare il campo da dubbi, ma perchè dovremo ritirate la norma?».

La norma in vigore per lo sgombero del rave di Modena «è la 633 del codice penale, la vecchia norma già si poteva utilizzare» dice con foga il deputato dem. «Ancora peggio, allora se Lamorgese «, la interrompe Romeo. «Anche con Salvini si sono fatti rave quindi di cosa stiamo parlando», lo rintuzza Serracchiani. «Se è stata applicata la legge vecchia, si dimostra l’incapacità di Lamorgese», non cede Romeo. «E anche Salvini», non gli concede il vantaggio Serracchiani. «Non mi risulta», la pronta risposta del leghista. «Lamorgese era anche nel vostro governo», incalza Serracchiani. «Vi siamo vicini dovete prendere atto che c'è stato cambio passo», ironizza Romeo.

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