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Pride, dopo il patrocinio negato a Roma... Scoppia il caso Milano

Lo scontro sull'utero in affitto ha incendiato il Roma Pride. La sfilata dell’orgoglio Lgbtqi+ in programma il 10 giugno per le vie della Capitale è stata segnata dalla decisione della Regione Lazio di revocare il patrocinio all’evento.

L’amministrazione regionale guidata da Francesco Rocca ribadendo in ogni caso «il proprio impegno sui diritti civili» non può «né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto».

La decisione sembrerebbe essere stata presa proprio contro la strumentalizzazione ideologica sulla gestazione per altri. A tuonare contro il patrocinio inizialmente dato alla manifestazione è stata l’associazione Pro Vita: «Ci chiediamo se il centrodestra non sia in preda ad una schizofrenia», aveva affermato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.

"Apprezziamo che la Regione abbia deciso di sottrarsi alla trappola dei pregiudizi ideologici, prendendo di fatto le distanze politiche da quanti in Parlamento in questi giorni vorrebbero rendere la nascita delle nostre figlie e dei nostri figli reato universale, perseguendo la gestazione per altri anche se realizzata all’estero», aveva invece dichiarato Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli e portavoce del Roma Pride. E se ora Pro Vita plaude, il portavoce del Roma Pride attacca Rocca: «Siamo ormai alla farsa "Pro Vita" ordina e la politica esegue», ha affermato Colamarino, annunciando però che non toglieranno il logo della Regione Lazio dal sito della manifestazione.

Immediata la condanna delle opposizioni alla scelta della Regione, Pd in testa. Con il sindaco Roberto Gualtieri che ha assicurato il patrocinio del Campidoglio e che sarò in piazza per il Pride, come previsto. La Regione Lazio che definisce il Pride una «manifestazione volta a promuovere comportamenti illegali» sancisce con questo "la propria uscita dal mondo civile», ha attaccato Ivan Scalfarotto, senatore di Azione-Italia Viva. Della stessa linea il deputato del Pd Alessandro Zan, responsabile diritti della segreteria nazionale dem, definendo il ritiro del patrocinio da parte della Regione Lazio è una «schizofrenia di odio e discriminazione».

Si è schierato invece con la linea di Rocca il leader della Lega Matteo Salvini che twitta: «Sostegno alla propaganda dell’utero in affitto? No, grazie». Sulla stessa linea il vice presidente della Camera, esponente di FdI, Fabio Rampelli: «Ha fatto bene il presidente Rocca», ha detto Rampelli. Mentre, per Forza Italia Giovani la «revoca» del patrocinio è errata, ed è un "grande regalo alla sinistra».

Regione o non Regione, la marcia Lgbtqi+ ci sarà e si snoderà per le vie della Capitale il 10 giugno. E con ironia il portavoce del Roma Pride ringrazia «Pro vita per averci offerto un servizio di ufficio stampa gratuito. Grazie a loro siamo certi ci sarà una folla oceanica che crede nei diritti, nell’uguaglianza e nella laicità».

"Scelta grave e ideologica - dichiara Rachele Giuliano, Presidente di Arcigay Roma - quella di contrattare e ritrattare sul patrocinio da parte del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca al Roma Pride, una delle manifestazioni più importanti e partecipate in Italia". "Come ogni anno saranno centinaia di migliaia le persone che da tutto il Lazio sabato scenderanno in piazza per manifestare per i diritti civili. Sabato potremo - continua Giuliano - attraversare le strade della nostra città sapendo che, per la prima volta negli ultimi 13 anni, la Regione Lazio non sarà presente".

"Un’inversione di marcia, avvenuta in corsa, che dimostra ancora una volta l’importanza di saper pesare parole e decisioni: guardiamo fuori dai noi nostri confini, alle capitali Europee come Madrid, Parigi, Stoccolma e chiediamoci se le istituzioni territoriali negherebbero mai il patrocinio al Pride. Sappiamo invece - conclude Giuliano - in quali nazioni si lotta per poter portare a termine un Pride. Nei paesi civili le istituzioni sono al fianco delle rivendicazioni sui diritti civili".

La decisione ha scatenato un coro di reazioni, non solo dal mondo politico. «Tutto il mio sostegno a chi promuove una società che rispetta tutti! Vergogna» scrive in un post su Instagram la cantante Elodie commentando la notizia della decisone della Regione Lazio di revocare il patrocinio al Pride.

Intanto anche il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato, con 43 voti contrari e 23 favorevoli, la mozione discussa questo pomeriggio per delegare un rappresentante dell’aula consigliare a partecipare, indossando la fascia istituzionale, al Milano Pride 2023.

Nel testo, a prima firma del consigliere di Patto Civico Luca Paladini, si chiedeva, «analogamente a quanto deliberato nel 2022», una partecipazione istituzionale alla manifestazione milanese «al fine di ribadire l’impegno di Regione Lombardia volto a superare qualsiasi forma di discriminazione e disuguaglianza, promuovendo il pieno rispetto della dignità umana, per una società più giusta, più equa e inclusiva».

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