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Manovra, via libera della Camera con 200 sì: le principali misure previste dalla nuova legge di bilancio

Disco verde in Aula alla Camera alla Legge di bilancio, con 200 sì, 112 no e 3 astenuti. Il provvedimento dopo l’ok al Senato, è ora legge.

The hall of Montecitorio during a confidence vote at the Lower House called by the Government to speed up the approval of 2023 Budget Law, Rome, Italy, 23 December 2022. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Con 200 voti favorevoli, 112 contrari e 3 astenuti, la Camera ha approvato il disegno di legge Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026, già approvato dal Senato. Il provvedimento, che esce dalla seconda lettura senza essere stato modificato e senza voto di fiducia, è ora legge.

«Ringrazio a nome mio e del Governo i parlamentari di maggioranza di Senato e Camera per il sostegno e la compattezza dimostrati» ha scritto sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sottolineando che si tratta di «un segnale positivo per una manovra importante, che mette al centro le famiglie, il lavoro e le imprese. In linea con i principi che guidano la nostra azione e con il programma che gli italiani hanno votato». «E ora - conclude - avanti con determinazione, coraggio e responsabilità»

 La manovra vale circa 24 miliardi, che salgono a 28 con l’aggiunta dei primi decreti attuativi della delega fiscale, viene finanziata con un extra deficit da 15,7 miliardi combinato con il rincaro delle accese sui tabacchi e una spending review sui ministeri e sui trasferimenti agli enti locali. Per i prossimi anni il testo delinea anche lo scenario di una possibile razionalizzazione delle partecipazioni statali da cui incassare fino a 20 miliardi. Il provvedimento più importante è la proroga per il 2024 del taglio del cuneo fiscale e contributivo per i redditi fino a 35.000 euro. Per contrastare la corsa dell’inflazione, legata alla congiuntura internazionale tra la guerra in Ucraina e il conflitto tra Israele e Hamas, il governo ha scelto la strada di alleggerire temporaneamente il carico fiscale dei lavoratori dipendenti con redditi medio bassi a cui lasciare circa 100 euro in più al mese in busta paga. Contemporaneamente l’avvio della riforma fiscale ha ridotto a tre gli scaglioni Irpef. Bankitalia stima un beneficio in media di 600 euro a famiglia.

Tra i provvedimenti più rilevanti della manovra spiccano lo stanziamento di 3 miliardi di euro per avviare i rinnovi dei contratti del pubblico impiego, con priorità per i comparti salute e sicurezza, e lo stanziamento di oltre 3 miliardi aggiuntivi per il fondo sanitario. Gli emendamenti dei relatori hanno introdotto anche fondi aggiuntivi per le integrazioni salariali delle forze armate e delle forze dell’ordine. Ha generato dibattito la scelta di innalzare la cedolare secca per gli affitti brevi dal 21 al 26% a eccezione di una casa a scelta del titolare per coloro che detengono più immobili.

Diversi anche i provvedimenti a sostegno delle famiglie numerose e della natalità tra agevolazioni sul credito per l’acquisto della casa e sgravi fiscali per le assunzioni delle donne con diversi figli. Il canone Rai invece viene ridotto da 90 a 70 euro per il 2024. Stanziati 15 milioni per il territorio di Caivano e 100 per contrastare il disagio abitativo. Ad accendere la disputa tra maggioranza e opposizioni sulla legge di bilancio sono stati soprattutto i provvedimenti in materia di pensioni e Ponte sullo Stretto. Dopo una lunga mediazione, il governo ha deciso di non toccare le pensioni di anzianità di medici, funzionari degli enti locali, maestri e ufficiali giudiziari. Niente tagli anche per coloro che decideranno di andare in pensione entro il 31 dicembre di quest’anno. Le decurtazioni degli assegni scatteranno invece per i prepensionamenti. Per un riordino complessivo del settore bisognerà aspettare i prossimi mesi, il tema resta sul tavolo del governo visto l’invecchiamento progressivo del Paese a fronte di una natalità ai minimi termini, in attesa di una riforma complessiva del sistema previdenziale.

Per il collegamento tra Messina e Villa San Giovanni la manovra prevede un investimento da 11,6 miliardi spalmato tra il 2024 e il 2032 con erogazione a salire nel corso degli anni. Durante l’iter parlamentare la composizione del budget è stata rimodulata: 9,3 miliardi saranno a carico del bilancio dello Stato - nelle more dell’individuazione di fonti di finanziamento diverse da quelle statali - mentre il resto delle risorse arriveranno dal fondo di coesione e dalle Regioni Sicilia e Calabria.

Con il 'tesorettò da 100 milioni a disposizione dei parlamentari la maggioranza ha incrementato di 5 milioni di euro il fondo per l’Alzheimer e le demenze, previsto nuove colonnine Sos da posizionare in luoghi affollati come stazioni, parchi, impianti sportivi. Istituito anche il titolo di Capitale italiana dell’arte contemporanea, la città selezionata verrà finanziata ogni anno con 1 milione di euro per interventi di riqualificazione. Le opposizioni invece hanno scelto di concentrare 40 milioni di euro su emendamenti comuni, appoggiati anche dalla maggioranza, per iniziative contro la violenza sulle donne: dal reddito di libertà ai centri antiviolenza. Niente spazio in manovra invece per una mini proroga del Superbonus 110%, arrivata invece con un decreto ad hoc. Il provvedimento, varato ieri dal cdm, tutela i lavori asseverati entro il 31 dicembre di quest’anno e salvaguarda le famiglie meno abbienti.

Tra i sostegni alle fasce economiche meno abbienti la manovra prevede il rifinanziamento per il 2024 con 600 milioni di euro della carta 'Dedicata a te" per l’acquisto di beni di prima necessità. Resta in vigore per i primi tre mesi del prossimo anno il bonus sociale elettrico. Per supportare l’acquisto della casa di abitazione da parte di famiglie di numerose vengono introdotte priorità nell’accesso al credito per i nuclei con tre figli di età inferiore a 21 anni e Isee non superiore a 40.000 euro annui, per quelli con quattro figli di età inferiore a 21 anni e un Isee non superiore a 45.000, per quelli con cinque o più figli e un ISEE non superiore a 50.000. Prorogate nel 2024 le garanzie sui mutui degli under 36 per favorire più giovani nell’acquisto della prima casa. Le imprese entro la fine del prossimo anno dovranno stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni da calamità naturali ed eventi catastrofali.

Sul versante del welfare viene confermata la detassazione dei premi produttività al 5% e la soglia fino a 2 mila euro dei fringe benefit per i lavoratori con figli a carico, fino a 1.000 euro per tutti gli altri. Previsti anche per il 2024 incentivi per le assunzioni di donne disoccupate. Arriva anche la detassazione per i lavoratori del settore del turismo notturno e festivo. Alle imprese e attività produttive che ritornano a investire in Italia sarà riconosciuta una tassazione agevolata: riduzione del 50% delle imposte sui redditi. L’agevolazione si applica nel periodo d’imposta in cui avviene il trasferimento e per i 5 anni successivi. Per la pianificazione e la realizzazione delle opere funzionali al Giubileo del 2025 invece vengono stanziati poco meno di 400 milioni spalmati tra 2024 e 2026.

«Siamo fieri di aver approvato una legge di Bilancio attenta ai conti dello Stato e volta a tutelare il potere d’acquisto delle famiglie, a ridurre il cuneo fiscale ed il costo del lavoro. Ringrazio il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati e tutti i parlamentari per l'importante lavoro svolto, siamo andati avanti con ordine garantendo le prerogative di tutte le parti, come dimostra l'approvazione finale avvenuta stasera, senza questione di fiducia, a Montecitorio. Continuiamo a portare avanti la nostra visione, sempre e solo per il bene dell’Italia e degli italiani». Lo dichiara Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento.

«La legge di bilancio 2024 è legge. Abbiamo approvato una manovra seria e concreta che, tenuto conto delle risorse disponibili, dona respiro a famiglie, imprese e lavoratori. Misure di lungo respiro che hanno effetti anche sul breve periodo, rendendo più pesanti le buste paga dei lavoratori con il rinnovo del taglio del cuneo fiscale-contributivo (7% per i redditi fino a 25 mila euro, 6% per i redditi fino a 35 mila euro) per il 2024. Abbiamo riformato le aliquote Irpef con l'accorpamento delle prime due fasce. Sarà al 23% per tutti i redditi fino a 28mila euro l’anno. Sono misure, insieme a quelle a sostegno delle famiglie, che vanno in un’unica direzione e cioè quella di dare alla nostra Nazione lo slancio per crescere e andare avanti, confermando la propria credibilità anche sullo scenario internazionale. Questo lo facciamo senza lasciare indietro nessuno soprattutto chi è maggiormente in difficoltà». Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli, capogruppo in commissione Bilancio alla Camera a nome di tutti i componenti di Fdi.

«Una manovra che guarda ai reali bisogni degli italiani, a cominciare dai redditi medio-bassi, passando per la sanità, i contratti pubblici, un fisco amico. Quella appena approvata in Parlamento è una legge di bilancio che consentirà al Paese di affrontare il 2024 in maniera seria e determinata, per costruire l’Italia del futuro». Lo dichiara in una nota il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Giuseppe Mangialavori (FI), subito dopo l’approvazione della manovra 2024 da parte dell’Aula. «Con un grande lavoro di squadra, la maggioranza di governo è riuscita ad ottimizzare al massimo le risorse a disposizione cercando di incidere lì dove c'era più bisogno. L’approvazione della manovra è il segnale di un’Italia che guarda al futuro con rinnovata fiducia», conclude Mangialavori.

Critici i sindacati. "La manovra danneggerà non solo lavoratori e pensionati ma l’intera economia nazionale" afferma il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari. «Si conclude oggi, con l’approvazione definitiva della Camera dei deputati, il percorso della legge di Bilancio. L’Italia, il prossimo anno, crescerà dello "zero virgola". Lo dicono - a dispetto delle ottimistiche previsioni governative di un +1,2% del Pil - tutti gli istituti nazionali e internazionali. Questo - spiega Ferrari - non succederà per caso, ma anche per effetto di una manovra di Bilancio all’insegna del ritorno all’austerità e di poche misure una tantum che - secondo lo stesso Governo - contribuirà alla crescita del Paese di uno striminzito 0,2%. Il che equivale ad ammettere - da parte di Palazzo Chigi - di non avere una politica economica in grado di incidere sulla realtà».

«Tra crisi internazionali, flessione dell’export e caduta interna di consumi, produzione industriale e investimenti, - prosegue il dirigente sindacale - stiamo andando incontro a un anno molto difficile a mani nude. Se a tutto ciò aggiungiamo che il Governo Meloni ha accettato una riforma del Patto di Stabilità - decisa da Francia e Germania - che colpirà l’Italia più di ogni altro paese d’Europa, il quadro è completo».

Nel merito della manovra, - aggiunge Ferrari - ribadiamo il nostro giudizio negativo. Non c'è alcuna risposta a un’emergenza salariale causata da un’inflazione da profitti che - negli ultimi due anni - ha falcidiato, fino al 17%, il potere di acquisto dei salari: la decontribuzione si limita a confermare i redditi attuali ed è a termine; l’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef - anche questo per il solo 2024 - produrrà vantaggi pressochè impercettibili sulle buste paga; mentre quello che serve è rinnovare i contratti nazionali di ben 10 milioni di lavoratrici e lavoratori sia pubblici (e i fondi stanziati sono largamente insufficienti) che privati. L’Esecutivo ha fatto cassa sui pensionati ed è riuscito perfino a peggiorare la legge Monti/Fornero. Si taglia ancora una volta su sanità, scuola, politiche sociali ed enti locali. Non c'è alcuna politica industriale e si continua a delegare tutto al mercato, con i soliti incentivi a pioggia alle imprese». Per il segretario della Cgil, «non è vero che non ci siano risorse per fare diversamente. Si è deciso - ed è una chiara scelta politica - di non andare a prendere i soldi dove sono: extra profitti (paradigmatica la marcia indietro su banche e settore energetico); un’evasione fiscale che ogni anno sottrae l’equivalente di mezzo Pnrr alle politiche sociali e di sviluppo del Paese; grandi patrimoni, rendite finanziarie, professionisti benestanti che - con la flat tax - pagano meno tasse di operai, impiegati e pensionati». «E' contro questa politica economica e sociale che, insieme alla Uil, - conclude Ferrari - abbiamo organizzato la mobilitazione e gli scioperi d’autunno. Una mobilitazione che abbiamo tutta l’intenzione di portare avanti anche nei mesi a venire, per contrastare l’impoverimento di lavoratori e pensionati e per ottenere risposte sia dal Governo che dalle controparti datoriali. E lo faremo non solo per difendere le persone che rappresentiamo, ma nell’interesse generale del Paese: senza alzare i salari, rilanciare gli investimenti, difendere il welfare pubblico e universale, e senza una politica industriale in grado di affrontare le sfide della transizione digitale e della conversione ecologica, l’Italia non avrà alcuna prospettiva di crescita solida e strutturale»

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