Non basta il campo largo. In Abruzzo la vittoria di Marco Marsilio rialza il morale del centrodestra. Che la partita fosse complicata era chiaro già un mese fa, quando il distacco fra i due candidati era di circa venti punti percentuali. L’aver contenuto quel distacco è già un buon risultato, ragionano fonti parlamentari del Pd, frutto dell’unità raggiunta dal centrosinistra e della scelta di un candidato come Luciano D’Amico. A mancare è stata quella spinta in più che la segretaria del Pd ha cercato durante il tour che l’ha portata a percorrere la regione in lungo e in largo. Così come ha fatto anche Giuseppe Conte, d’altra parte. I due però si sono ben guardati dal farsi vedere assieme sullo stesso palco. Così come avevano fatto anche in Sardegna, prima della storica vittoria di Alessandra Todde. In quell'occasione, la scelta ha premiato: Todde ha cercato di non prestare il fianco agli attacchi di Renato Soru che l’accusava di essere una candidata imposta da Roma. In Abruzzo, l’accusa di Giorgia Meloni era opposta e attribuiva a Pd, M5s, Azione e Avs una finta unità dietro la quale si celavano sospetti e aperte ostilità. Accuse alimentate anche dai botta e risposta a distanza fra Giuseppe Conte e Carlo Calenda. Oltre a questo, l’altro fattore di debolezza individuato da chi, fra i dem, si occupa da vicino della sfida abruzzese è la scarsità delle liste civiche nate a sostegno di D’Amico. Come spiega un alto dirigente Pd, le liste civiche garantiscono presenza sui territori e, quindi, mobilitazione. «Il successo di Forza Italia in Abruzzo conferma definitivamente la centralità di un movimento che sta occupando lo spazio politico tra Giorgia Meloni ed il Partito Democratico. L’Italia ha bisogno di una forza seria, credibile, affidabile e responsabile che dia tranquillità ai cittadini. L’ottimo risultato di Forza Italia é la vera novità del voto di ieri in Abruzzo. Ora lavoriamo per vincere in Basilicata, in Piemonte e superare il 10% alle elezioni europee». Lo afferma ad Affaritaliani.it il segretario di Forza Italia Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri.civiche nate a sostegno di D’Amico. Come spiega un alto dirigente Pd, le liste civiche garantiscono presenza sui territori e, quindi, mobilitazione.