Fanno nuovamente discutere le parole associate al cibo del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, stavolta in associazione con gli scenari di tensione globale. «Quanto è importante la convivialità nella nostra vita. Quanto è importante stare a tavola, discutere, ragionare, bere un bicchiere di vino, dialogar. Quante guerre non ci sarebbero state di fronte a cene ben organizzate?», si domanda Lollobrigida parlando con l’agenzia Vista ieri sera a margine di una evento al Foro Italico in concomitanza con gli Internazionali di Tennis.
Le parole del ministro hanno sollevato la polemica politica e le reazioni social. Il leader del M5s Giuseppe Conte attacca: «Non possiamo far ridere il mondo in un momento così drammatico. Mentre rischiamo la Terza Guerra Mondiale e in Medioriente è in atto un massacro noi al governo abbiamo questi 'patriotì, che anzichè impegnarsi e battersi su tavoli politici, credono di poter risolvere tutto su tavole ben imbandite». Sibillino il leader di Italia Viva Matteo Renzi: «Oggi, con l’ennesima uscita, un ministro del governo Meloni ha trovato la soluzione per difendere il made in Italy: più cene organizzate, meno guerre. Pensavamo che per affermare le ragioni della politica e della pace servisse un esercito europeo, una difesa e una diplomazia comune, un presidente della Commissione eletto direttamente. Abbiamo sbagliato, bastava un buon catering».
Da FdI a difesa del ministro parla il capogruppo alla Camera Tommaso Foti: «Se il mondo ha riso dell’Italia di certo non lo ha fatto oggi ma quando c'erano ministri che si affacciavano dal balcone di Palazzo Chigi stappando bottiglie e annunciando 'urbi et orbì di avere abolito per decreto la povertà. Per non parlare delle indimenticabili performance in inglese, da presidente del Consiglio, di Matteo Renzi. C'era più da piangere che da ridere».
Ad agosto dello scorso anno avevano fatto discutere le parole di Lollobrigida, che al Meeting di Rimini aveva sostenuto: «Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi, cercando dal produttore l’acquisto a basso costo spesso comprano qualità». Frasi allora seguite da una lunga coda polemica.
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