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Alluvioni, polizze anti-catastrofi per le famiglie? La Lega stoppa il ministro Musumeci. "No ad una tassa a favore delle compagnie assicuratrici"

Da un lato lo scontro tutto interno alla maggioranza sull'assicurazione sulla casa contro le catastrofi, con la Lega che mette il veto su qualsiasi obbligo, dall’altro le tensioni tra il governo e l’Emilia-Romagna sui soldi stanziati e spesi, inasprito dall’avvicinarsi delle elezioni regionali in programma tra due mesi.

Sull'alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna e le Marche si ripetono le polemiche e i rimpalli di responsabilità che animano ogni post emergenza italiana. Con la presidente del Consiglio che prova a chiamarsi fuori: 'io preferisco lavorare, le polemiche le lascio ad altrì dice Giorgia Meloni in visita al G7 dell’Agricoltura a Siracusa sottolineando lo stanziamento da parte del Consiglio dei ministri di 24 milioni - 20 per l’Emilia Romagna e 4 per le Marche - per affrontare la prima emergenza. «Abbiamo convocato in tempo reale il Consiglio dei ministri - dice la premier - abbiamo dichiarato lo stato di emergenza, abbiamo fatto uno stanziamento iniziale per le urgenze di 20 milioni e siamo rimasti d’accordo con la Regione che poi valuteremo i danni quando si ha più chiara l’entità di ciò che è accaduto, nelle prime ore diventa un pò difficile. Ho parlato ieri con la presidente, con il ministro competente, con il capo della protezione civile e con il generale Figliuolo».

Ma mentre in Emilia-Romagna e Marche si lavora per pulire dal fango case, strade, capannoni e campi, martoriati dal maltempo dei giorni scorsi - sperando che la perturbazione annunciata per lunedì non porti nuova distruzione - è nella sua stessa maggioranza che si accendono le polemiche più forti. Con la Lega che prende di mira il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci, reo di aver parlato di obbligo di polizze anticatastrofi per le famiglie. Anche se poi, uscendo dal Consiglio dei ministri, ha corretto il tiro: «C'è un confronto aperto, un ragionamento per capire se le compagnie sono disponibili. Noi puntiamo su un partenariato pubblico-privato, poi bisogna decidere se deve essere, come io sostengo almeno nella prima fase, facoltativo». Parole che non bastano a Matteo Salvini. «Lo Stato può dare indicazioni, però non viviamo in uno Stato etico dove lo Stato impone, vieta o obbliga a fare». Anche perché, aggiunge il deputato Stefano Candiani, l’obbligo equivarrebbe ad una «tassa a favore delle compagnie assicuratrici». Dunque, chiude, si tratta di una proposta «non condivisibile e non accettabile». Rientra, invece, la polemica sulla polizza obbligatoria per le imprese, nata da un emendamento di FdI che ne rinviava l’entrata in vigore di un anno, al 31 dicembre 2025. Non ci sarà alcun rinvio, fa sapere il ministero delle Imprese, come concordato da Urso e Giorgetti. E l’emendamento al decreto Omnibus è stato ritirato. L’altra polemica è quella tra il governo e l’Emilia Romagna.

Uno scontro che più si avvicinano le elezioni e più è destinato ad acuirsi. Salvini sottolinea che alla Regione «di soldi ne sono stati mandati» e dunque «sarà giusto capire se tutti hanno fatto la loro parte». Parole respinte al mittente dalla presidente facente funzione Irene Priolo che invita il leader della Lega e Musumeci ad «andare a controllare» le spese sostenute dall’Emilia-Romagna per l’emergenza alluvione nel 2023, visto che è tutto «rendicontato al centesimo» e tra l'altro le banche dati sono a disposizione del governo e dei suoi ministeri. E a difendere l’operato della Regione interviene anche Romano Prodi. «Attaccare con l’acqua alla cintola - dice l'ex premier - è da corvi, soprattutto quando si ha completamente torto». Il provvedimento di stato di emergenza deliberato dal governo avrà una durata di 12 mesi e riguarda le province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, oltre alla Regione Marche. I fondi, 24 milioni in totale, serviranno per far fronte ai primi interventi urgenti come l’assistenza agli sfollati, dimezzati rispetto ai 2.500 di venerdì. Un «punto di partenza», ha sottolineato Priolo. Perché per rimettere a posto mezza Romagna finita sott'acqua ce ne vorranno molti di più.

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