Meloni ad Atreju, l'attacco a Landini e Schlein. E sull'immigrazione: "I centri in Albania funzioneranno"
Dal palco di Atreju, la premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha affrontato una vasta gamma di temi, spaziando dalle riforme istituzionali al contrasto dell'immigrazione illegale, fino ai risultati ottenuti sul piano economico durante il suo mandato. Non sono mancate critiche alla sinistra, accenni alle sfide future e momenti di riflessione personale.
Il bilancio economico e le riforme in arrivo
Meloni ha rivendicato i progressi economici ottenuti dal suo governo, citando il crollo dello spread dai 233 punti base al momento dell’insediamento ai 112 attuali. «Le agenzie di rating hanno riconosciuto il miglioramento della nostra affidabilità. Questo significa poter liberare risorse preziose, da destinare alle priorità del Paese, come la sanità», ha affermato. Sul fronte delle riforme, la premier ha anticipato che il 2024 sarà un anno cruciale. Tra i temi principali: il premierato, l’autonomia differenziata, la riforma fiscale e quella della giustizia. «Sono riforme che spaventano, ma andremo avanti. Non ci fermeremo di fronte ai campioni dei giochi di palazzo», ha dichiarato, strappando applausi alla platea.
Immigrazione e lotta alla criminalità
La gestione dei flussi migratori è stata un altro punto centrale. Meloni ha difeso l’accordo con l’Albania per la creazione di centri per migranti fuori dai confini italiani, definendolo un modello per l’Europa. «Questo protocollo è l’iniziativa più temuta dai trafficanti di esseri umani. Non fermeremo questo progetto, sarebbe un favore ai criminali, e noi di favori ai criminali non ne facciamo», ha sottolineato con fermezza. A margine del tema immigrazione, la premier ha ribadito il suo impegno contro la mafia, chiedendo a tutto lo Stato e ai cittadini perbene di unirsi a questa battaglia. «Io non sono il nemico. Sono una persona perbene e continuerò a combattere affinché la criminalità organizzata venga estirpata dalle nostre istituzioni».
Critiche alla sinistra e ai sindacati
Non sono mancate le frecciate verso la sinistra e i suoi rappresentanti. Meloni ha replicato alle critiche sul rialzo delle pensioni minime: «Ci deridono perché abbiamo aumentato le pensioni di pochi euro, ma dimenticano che loro, in otto anni, le hanno alzate di appena 23 euro. Noi, in due anni, siamo già a 91 euro e supereremo i 100 per i pensionati più in difficoltà». Riguardo al segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, la premier ha puntato il dito contro «toni senza precedenti nella storia sindacale italiana», accusandolo di «incitare alla rivolta sociale non per i lavoratori, ma per la sinistra».
Un riconoscimento al lavoro degli organizzatori
Meloni ha anche avuto parole di elogio per l’edizione di Atreju, definendola «splendida, impeccabile, migliore di quelle organizzate da me». Tuttavia, non ha nascosto il dispiacere per non essere stata invitata al momento amarcord, pur sottolineando la capacità della nuova generazione di raccogliere il testimone. Concludendo il suo intervento, la premier ha ribadito la necessità di continuare a lavorare con determinazione: «Abbiate fiducia. Le sfide che abbiamo davanti sono tante, ma siamo pronti ad affrontarle».