Cateno De Luca non la definisce un’alleanza, ma è qualcosa che le somiglia molto la strategia ufficializzata oggi, nel salone degli Specchi della Città metropolitana, dal leader di Sud chiama Nord e che lo vede al fianco del presidente della Regione, Renato Schifani (collegato da remoto). Un patto nel nome dell’amministrazione, così viene presentato da De Luca, che sotterra definitivamente l’ascia di guerra nei confronti del governatore siciliano (si ricorderanno definizioni pesanti come “banda bassotti della politica”, “ologramma”, “pavido e inadeguato”), definito oggi addirittura “padre nobile” della politica. De Luca parte da lontano nel suo intervento, con Schifani in collegamento da Palermo: “Nel 2019 - esordisce De Luca - Schifani diede il suo assenso al cosiddetto patto della Madonnina, che portò una nostra candidata nelle liste di Forza Italia per le Europee e all’accordo sulla legge per il risanamento, suggellato con l’intervento di Silvio Berlusconi. Ci siamo incontrati a ottobre scorso, con l’intermediazione del presidente dell’Ars Galvagno ed è iniziato un dialogo concreto, tradotto in risultati legislativi. Noi non nasciamo per fare opposizione, siamo un movimento di sindaci e amministratori. Non siamo tra quelli che vogliono vegetare tra i banchi dell’opposizione perché è più comodo e non ci si compromette. Ribadisco anche oggi che nel 2022 abbiamo lanciato una sfida necessaria, per sdoganare il nostro progetto a livello regionale e nazionale. E ci siamo riusciti. Noi vogliamo amministrare, la nostra prospettiva non è quella dell’isolamento, ma di entrare in una coalizione per poter incidere. Quale coalizione? Il 2025 sarà fondamentale per capire chi saranno i compagni di viaggio. Io preferisco la strategia alla tattica: siamo presenti in tutti i sondaggi, manteniamo quella posizione di tutto rispetto concentrata maggiormente in Sicilia. La tattica suggerirebbe un accordo con il centrosinistra per togliere voti al centrodestra o farlo col centrodestra per blindare gli unici seggi che in Sicilia non sono andati a questa coalizione. Non è questa la nostra visione: vogliamo incidere su temi ben precisi, sull’amministrazione, individuare le tematiche e le soluzioni. Intanto la nostra azione all’Ars si traduce in risultati, ottenuti incidendo sulla Legge di Stabilità”, e qui vengono elencati vari elementi finiti dentro la Finanziaria regionale. “L’accordo col governo è stato aprirsi alle proposte dell’opposizione, evitando ostruzionismi - ha aggiunto De Luca -. E devo dare atto al presidente Schifani che, pur avendo i numeri blindati, ha voluto evitare il corpo a corpo, facendo proprie le proposte valide, fatte alla luce del sole dall’opposizione”.
Anche il presidente della Regione Renato Schifani riparte dal patto del 2019, “con De Luca riprendiamo un percorso”. E spiega: “Sono stato chiamato in maniera imprevista a svolgere questo ruolo e mi sono cimentato in questo grande impegno. Mi mancava l’esperienza di amministratore del territorio, la mia cultura mi ha sempre portato a guardare con attenzione al mondo delle autonomie locali e alla cultura della buona amministrazione. E ho verificato in Cateno De Luca e il sindaco di Messina una capacità amministrativa che ho toccato con mano. In queste settimane ho ribadito che ero pronto ad ascoltare l’opposizione per risolvere i problemi della Sicilia, ci stiamo provando. Quando si dialoga e si lavora insieme, si cresce. Mi fa piacere che venga ricordato quel Patto della Madonnina, perché è evidente che c’è un’affinità di vedute, al di là delle alleanze. Il dialogo ha toccato vari temi. Più che padre nobile, cerco di fare il padre dei siciliani. Questa terra ha bisogno di collegialità di scelte, sono convinto che il confronto con voi, il confronto con Cateno, mi aiuterà. Abbiamo sempre creduto nel Ponte e ci continuiamo a credere, ne parlai con Berlusconi fino a dieci giorni prima che se ne andasse e mi disse di fare in modo che non fosse una cattedrale nel deserto. Lavoreremo per questo e sono contento di vedere come il sindaco Basile sia sempre più coinvolto in questo processo, ho più volte detto al ministro Salvini che ha il diritto-dovere di essere a questo tavolo in quanto amministratore di questo territorio”.
“Sono contento di aver ritrovato Cateno De Luca - aggiunge Schifani -, è stato mio avversario, ma un conto è la campagna elettorale, la politica vera è incontrarsi sulle idee”. E giù l’applauso, che sembra aprire una fase nuova per la politica messinese e regionale.
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