
Il rinvio a giudizio di Daniela Santanchè, ministra del Turismo, per falso in bilancio e la richiesta di processo per truffa all’Inps legata alla cassa Covid stanno agitando il panorama politico. Nonostante la complessità della situazione, al momento non sembrano previste dimissioni immediate, anche se il dibattito interno alla maggioranza è in corso, con valutazioni sull’impatto del caso sull’azione di governo.
La posizione del governo
La premier Giorgia Meloni, appena rientrata da Washington, non si è ancora espressa pubblicamente sul caso. Tuttavia, il tema sarebbe stato affrontato in un incontro con il presidente del Senato, Ignazio La Russa, considerato vicino a Santanchè. Secondo indiscrezioni, una possibile pressione morale da parte di La Russa potrebbe convincere la ministra a compiere un passo indietro, ma Santanchè sembra determinata a resistere.
Dal suo partito, Fratelli d’Italia, le voci a sostegno sono poche e si limitano, tra i membri dell’esecutivo, al ministro Guido Crosetto, che invita ad «aspettare il corso della giustizia». Altri sottolineano come l’accusa più pesante sia quella legata alla truffa all’Inps, sulla quale la ministra avrebbe già legato in passato una riflessione sulle proprie dimissioni.
Le prossime mosse
Santanchè, impegnata in una riunione a Milano, ha definito «surreali» le voci di sue imminenti dimissioni e mantiene in programma una missione in Arabia Saudita nei prossimi giorni. L’ipotesi di una sostituzione, secondo fonti interne alla maggioranza, potrebbe essere presa in considerazione non prima di marzo, soprattutto in attesa della decisione della Cassazione, il 29 gennaio, sulla competenza territoriale del processo per la cassa Covid.
Il futuro politico della ministra rimane incerto, con riflessioni in corso ai vertici del governo su come gestire un caso che potrebbe indebolire l’azione complessiva dell’esecutivo.
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