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Tumori, scoperto un "interruttore" insospettato che scatena le metastasi

E' stato scoperto un possibile meccanismo di innesco delle metastasi finora insospettabile: è una molecola che normalmente accompagna e regola lo sviluppo 3D delle proteine, ma che quando è sotto stress fugge all’interno della cellula tumorale e penetra nel nucleo, stimolandola a diventare più mobile e invasiva.

La scoperta, pubblicata sulla rivista Acs Nano, è definita "inaspettata" dagli stessi autori della ricerca, guidati da Amy Lee dell’Università della Southern California. «Al centro di questo studio c'è una specifica molecola denominata Grp78 che fa parte delle cosiddette chaperone, ossia delle molecole che fungono, come suggerisce lo stesso nome che deriva dal francese, da accompagnatori», ha detto all’ANSA il biologo cellulare Giorgio Scita, dell’Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare Ifom e dell’Università di Milano. Si tratta di molecole che si trovano nella parte della cellula esterna al nucleo, il citoplasma, e permettono alle proteine appena prodotte di maturare e sviluppare la struttura tridimensionale corretta. «Ma può avvenire - ha aggiunto Scita - che un evento di stress, ad esempio una forte richiesta nutrizionale che mette sotto pressione l’intero reticolo citoplasmatico tipica in una cellula tumorale, spinga la Grp78 a migrare e cambiare la propria funzione».

Può avvenire infatti che la Grp78 abbandoni il citoplasma e si trasferisca all’interno del nucleo, dove risiede il genoma. Qui la sua attività modifica quella dell’intera cellula tumorale, inducendola a replicarsi con maggior frequenza e ad aumentare le mobilità, facilitando così l'insorgenza di metastasi. La scoperta è nata da una prima osservazione fatta da un giovane ricercatore, Ze Liu, che aveva osservato un legame fra la Grp78 e un gene noto per essere legato a varie forme di tumore.

Dopo questa prima osservazione, i ricercatori hanno eseguito ulteriori analisi utilizzando sofisticate tecniche di microscopia che permettono di vedere l’interno delle cellule viventi in modo non invasivo, scoprendo che in alcune situazioni la Grp78 è in grado di trasferirsi dal citoplasma al nucleo, che contiene il Dna, e di interagire con esso in modi finora sconosciuti. Ulteriori indagini hanno permesso di capire che quando la Grp78 entra nel nucleo delle cellule tumorali, le spinge a diventare più mobili e invasive, facilitando la diffusione del tumore.

«Di certo è un lavoro interessante - ha proseguito Scita - anche se non è la prima volta che si osservano rilocazioni o cambi di funzione di una molecola a seguito di eventi di stress come quelli qui descritti. Concettualmente non è una novità, ma il merito dei ricercatori è avere identificato in dettaglio questo maccanismo dalle grandi potenzialità». Il passo successivo, sottolineano gli autori dello studio, sarà il passaggio verso le fasi cliniche: prima su modelli animali e poi umani, in cui verificare il ruolo di Grp78 nella produzione di metastasi e soprattutto avere conferma che la sua inibizione possa bloccare l’aggressività dei tumori.

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