Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Scarlattina, come riconoscerla e cosa fare. L'allarme dopo l'aumento dei casi in Gran Bretagna

A seguito di un allarme per l’aumento di casi di scarlattina nel Regno Unito ad ottobre (+70% in un mese con 225 casi, anche se ancora significativamente inferiori rispetto a un anno fa quando provocò il decesso di sei bambini) torna di attualità questa patologia.

Sembrerebbe infatti, in generale, che con la fine della pandemia ci sia stato un incremento di episodi infettivi causati dallo streptococco beta emolitico di gruppo A, che può dare mal di gola, febbre e anche un’eruzione cutanea in caso di scarlattina. Lo evidenzia il sito anti-bufale della Fnomceo, l’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri, spiegando i sintomi e cosa fare.

Negli adulti e nei bambini molto piccoli lo streptococco resta spesso asintomatico o si limita a un mal di gola, mentre i bambini tra i 5 e i 15 anni sono a maggior rischio di sviluppare complicazioni. A causa della sovrapposizione di alcuni sintomi, distinguere tra infezione da streptococco e infezione virale a volte può essere difficoltoso. Le forme virali, però, spesso presentano sintomi come raffreddore, tosse, congiuntivite o forme gastrointestinali.

Nel 10% dei casi la scarlattina è una conseguenza dello streptococco. All’inizio i sintomi sono quelli di una comune influenza, con febbre (spesso alta, 38-40°) e mal di gola. Dopo uno o due giorni inizia la fase caratterizzata da un’eruzione cutanea di colore scarlatto che dà il nome alla malattia. Puntini rossi piccoli, fitti e molto ravvicinati, un po’ sollevati al punto che la pelle può ricordare la consistenza di carta vetrata. Generalmente la scarlattina non dà prurito, inizia a livello inguinale e ascellare per poi ricoprire tutto il tronco, gli arti e il viso.

Se se ne sospetta la presenza è bene osservare anche la lingua: all’inizio presenta una patina biancastra per poi diventare «simile a una fragola rossa», con le papille in evidenza e di colorito rosso acceso. Per confermare un’infezione da streptococco è necessario un tampone faringeo. Ne esistono fai-da-te, ma è sempre meglio rivolgersi al pediatra, per evitare diagnosi errate e un utilizzo inappropriato della terapia antibiotica. Infatti, dal 10 al 25% dei bambini positivi al tampone sono portatori sani. Per questi bambini non è raccomandato l’antibiotico, che va preso solo su indicazione del pediatra.

Caricamento commenti

Commenta la notizia