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Tumore al pancreas, l'urgenza della diagnosi precoce per salvare molte vite

Tumore al pancreas, l'urgenza della diagnosi precoce per salvare molte vite.

Recentemente, il gruppo multidisciplinare di Humanitas dedicato alla familiarità del tumore al pancreas ha collaborato alla pubblicazione sulla rivista internazionale The American Journal of Gastroenterology dello studio intitolato «Outcomes of a 3-year prospective surveillance in individuals at high-risk for pancreatic cancer».

Il lavoro, nato da una collaborazione multicentrica italiana cui hanno partecipato, tra gli altri, IRCCS Istituto Clinico Humanitas, il Pancreas Center di IRCCS Ospedale San Raffaele e l’Istituto del Pancreas dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, è dedicato alla memoria del Massimo Canonica che, colpito dal tumore al pancreas, ha percorso centinaia di chilometri in bicicletta, sempre col sorriso e con grande spirito di condivisione, per sostenere studi scientifici e iniziative mirate a garantire i diritti dei malati con tumore al pancreas.

Lo studio riporta i risultati della sorveglianza condotta con risonanza magnetica ed ecoendoscopia per 3 anni su 154 persone ad aumentato rischio di tumore del pancreas arruolate nel registro italiano Aisp. Sono stati riscontrati 8 adenocarcinomi del pancreas e una lesione premaligna, e di questi 8 pazienti con tumore, 5 erano portatori di mutazioni a livello di geni coinvolti nello sviluppo di tumore del pancreas, le cosiddette varianti patogenetiche.

Degli 8 casi di tumore, 5 erano operabili alla diagnosi e addirittura 3 sono stati diagnosticati in fase molto precoce (fase 1). «Questo è per noi medici, ma soprattutto per i pazienti - conclude Carrara - un messaggio di grande speranza: l’identificazione di particolari gruppi di persone a rischio e la sorveglianza condotta con i giusti mezzi, e con la tempistica corretta, porterà a diagnosi precoci di tumori del pancreas e a una migliore sopravvivenza dei pazienti».

Per Alessandro Zerbi, responsabile della Chirurgia Pancreatica all’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, che sta sviluppando insieme al suo team progetti innovativi grazie anche a finanziamenti di Fondazione Humanitas per la Ricerca, «la cura del tumore del pancreas è resa complessa da diversi fattori: la sede "nascosta" rispetto ad altri organi, la sua vicinanza a grosse vene e arterie che rendono difficile la chirurgia fatto salvo per 20-30% di casi, la diagnosi iniziale in stadio relativamente avanzato di malattia, la scarsa risposta alle cure che devono prevedere un approccio multimodale con chemioterapia, chirurgia laddove possibile ed eventuale radioterapia.

Questo rende fondamentale proseguire la ricerca in ambiti innovativi, sia sul fronte dei meccanismi all’origine della malattia - che ci permetteranno di sviluppare nuove terapie - sia sull'utilizzo di approcci più evoluti per migliorare le tecniche chirurgiche».

L’incremento dei numeri del carcinoma del pancreas ha cause multifattoriali: stile di vita scorretto, alimentazione non equilibrata e agenti inquinanti, primo fra tutti il fumo, a cui si aggiunge una componente genetica nel 10% dei casi. Sebbene si conoscano alcune di queste predisposizioni genetiche, l’assenza di marcatori predittivi o specifici nonchè di sintomi facilmente riconoscibili ne ritardano la diagnosi.

«Oggi sappiamo che alcune categorie di persone - sottolinea Silvia Carrara, responsabile del Programma di Ecoendoscopia dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e presidente dell’Associazione italiana per lo studio del pancreas (Aisp) - sono più a rischio di sviluppare il tumore del pancreas perchè appartengono a famiglie dove sono presenti più casi di questa neoplasia o perchè sono portatori di mutazioni che sono coinvolte nello sviluppo del tumore del pancreas. Humanitas è da anni in prima linea nella sorveglianza di queste persone».

Il monitoraggio stretto, con risonanza magnetica e/o ecoendoscopia, di persone a rischio con predisposizione genetica o familiarità, consente di intercettare il tumore del pancreas in fase molto iniziale favorendo maggiori possibilità di trattamento.

Lo sottolinea l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas che si fa promotore, in occasione del World Pancreatic Cancer Day, che si celebra il 16 novembre, dell’importanza di fare ricerca e opportuna sensibilizzazione per migliorare le conoscenze del tumore pancreas: una neoplasia complessa da curare, attualmente la quarta causa di morte per tumore nei Paesi occidentali, destinata a diventare la seconda entro il 2030.

Nonostante la prognosi sia spesso infausta, la situazione è sicuramente migliorata rispetto a 10 anni fa, ma si deve fare ancora molta ricerca scientifica per rendere la diagnosi più precoce e le terapie più efficaci. I medici e i ricercatori di Humanitas, con il supporto di Fondazione Humanitas per la Ricerca, sono impegnati quotidianamente in studi che puntano a intercettare la malattia in fase precoce, a «individuare» pazienti a rischio da monitorare tramite programmi di prevenzione, a sfruttare tecnologie e strumenti innovativi, come algoritmi di Intelligenza Artificiale, per nuovi approcci alla malattia. Il cancro del pancreas - spiega Alberto Mantovani, presidente di Fondazione Humanitas per la Ricerca - rappresenta una sfida per la ricerca, dati i progressi insufficienti fatti nella diagnosi precoce e cura di questo tumore. Le terapie immunologiche, ad esempio, che rappresentano una vera e propria rivoluzione in oncologia, non hanno avuto un impatto significativo nella terapia del cancro del pancreas. Per questo dobbiamo raccogliere la sfida della ricerca a tutto campo».

 

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