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Sanremo, il cosentino Aiello e la sua "Ora": "Emotiva e incisiva"

"Surfare le onde incredibili che Sanremo ti sbatte in faccia"" Aiello

«Se ti dicessi che puoi riabbracciare chi ami e non vedi da un anno che faresti? Ti basterebbe una carezza o lo stringeresti più forte che puoi? Questo è successo quando sono salito sul palco dell’Ariston per cantare. Mi ha travolto e mi ha sfogato. Ma ci sta, è cuore e va bene». Così “Ora” è uscita «emotiva, imperfetta, incisiva». Così Aiello si è ritrovato semplicemente Antonio, il ragazzo di Cosenza adottato da Roma, ma figlio della Calabria. Lì, «a surfare le onde incredibili che Sanremo ti sbatte in faccia, col rischio di farti straripare». In una serata inedita, «senza pubblico, con l’ansia, la mancanza, l’esigenza di riempire quel vuoto».

Ho sciolto le briglie ai miei cavalli

«Avrei potuto trattenermi, ho lasciato le briglie sciolte, le redini dei miei cavalli sottopelle. Avrei potuto essere lucido, ho lasciato che fossi tutto istinto ed impeto. Ma credo sia stata compresa l’emotività di quel palco. Quella su Spotify non si sente». «In più c’è una sfida tuttora in corso, quella tra l’orchestra classica e i suoni contemporanei. Cantare coi maestri è un onore incredibile, un valore aggiunto. Ma il mio pop è più stones, gli archi sono pugnali inaciditi e danzano insieme contaminazioni e contemporaneità».

Aiello: io, Meridionale, Ora

“Ora” «è un suicidio d’amore che ho commesso tempo fa, una fuga vigliacca da un sesso tossico e liberatorio, curativo e analgesico. Mi è arrivata l’impressione e l’ho cristallizzata. A volte teniamo dentro risposte che abbiamo già, le taciamo. “Ora” spiega i miei perché». “Meridionale”, invece, è il disco che la contiene. Si chiama com’è lui. Una manifesto di contaminazione con dentro la Calabria, «spigolosa e aspra, piena di sapori forti e accoglienza, bella e generosa come il mare che la circonda». L’album uscirà il 12 marzo, sarà in tour da ottobre. Sarà «pop alla mia maniera».

Stasera canterà “Gianna”, il pezzo enorme di un gigante

«La mia cover sarà strong, dark, con barre forti in mezzo ad un testo importante, nella sua struttura di canzone scanzonata. Il resto è responsabilità e onore, Rino Gaetano è una divinità, un incompreso, un segnato. Uno che ho incontrato».

Questo è Aiello. Innamorato perso dell’Inter, scaramantico no. Dietro alle spalle un lupo, «simbolo a cui sono legatissimo. Il lupo del Cosenza calcio, il lupo della Sila, lupa di Roma. I lupi mi hanno cresciuto, allattano me e la mia musica».

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