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Ranieri il primo, chiudono i giovani: tutti all'Ariston per le prove generali CURIOSITA'

La scenografia

Spetta a Massimo Ranieri l’onere e l'onore di aprire le ultime prove, quelle del lunedì pomeriggio, prima che il sipario si alzi sulla 72/a edizione del Festival di Sanremo. Ultimi ritocchi alle luci, alla scenografia, alle voci, all’orchestra, che come l’anno scorso si spinge in avanti fino ad occupare parte della platea dell’Ariston per permettere il distanziamento e la sicurezza tra i maestri, divisi anche dai pannelli in plexiglas.

La scenografia futuristica abbraccia gli spettatori presenti, tutti addetti ai lavori, mentre uno dietro l’altro, i cantanti entrano ed escono. L’inizio è un po' in salita con i primi costretti a fare un bis non richiesto per qualche sbavatura tecnica. E così i tempi si allungano all’infinito. Cinque ore di prove, e quando arriva Fiorello verso le 18.30, scherzando, dice: «a me faranno provare alle dieci di sera». Per fortuna gli è andata meglio e intorno alle 19.30 anche lui era sul palco a provare i suoi interventi di domani.

A Ranieri il compito di aprire dunque. Ed è probabile che spetti a lui anche domani. Del resto, impressiona con la sua voce, con la sue eleganza di modi: riesce a riempire il palco con la sua sola presenza. Piccoli aggiustamenti richiedono di ripetere la prova e subito dopo di lui, devono cantare due volte anche Noemi, La Rappresentante di Lista (che sfruttando l'esperienza teatrale riesce a far proprio tutto lo spazio a disposizione e non c'è dubbio che riuscirà a coinvolgere anche il pubblico in sala con il ritornello martellante) e l’eterno amico-rivale Gianni Morandi, che arriva in tenuta sportiva e l'ormai consueto tutore alla mano sinistra. Solo il giovane Yuman, quarto, riesce ad andar via dritto senza problemi.

Il bianco tra le donne è stata la scelta di Noemi, Ditonellapiaga, Elisa in versione Elsa di Frozen per il suo brano che trascina in mondi magici. Rettore e Ana Mena (anche lei costretta a ripetere un passaggio del brano) hanno scelto il rosso, mentre Iva Zanicchi (salutata con calore da Fiorello) e Giusy Ferreri hanno preferito il lungo nero. Dargen D’Amico, come promesso, non ha rinunciato ai suoi occhiali scuri e quando è entrato si è tenuto a debita distanza dal tecnico in sala che voleva avvicinarlo per indicargli il punto sul quale posizionarsi.

Achille Lauro si è intrattenuto parecchio sul palco con l’Harlem Gospel Choir per mettere a punto i dettagli con le sei coriste gospel che lo accompagnano (con un’esibizione che risulterà scenografica). Rkomi sceglie guanti neri come segno distintivo, mentre Mahmood e Blanco, già dati per favoriti, convincono ancora di più nella versione del loro brano con l’orchestra (il look di oggi un po' meno). Le prove dopo l’inizio incerto, vanno avanti senza troppi intoppi. Michele Bravi, Ana Mena (versione natalizia), Irama tutto frange e stivaletti neri con tacco rosso, Giovanni Truppi, chitarra imbracciata e canotta da muratore, Sangiovanni, in completo di seta ciclamino e sneakers (anche per lui problemi in cuffia), Highsnob & Hu, Fabrizio Moro, Aka 7even.

Emma, che ripete la prova, si sfoga un po' e commenta «meglio adesso che mercoledì». E poi, non si capisce bene rivolgendosi a chi, «tutte quelle che mi state tirando stanno arrivando». Sul podio per lei un’agitata Francesca Michielin. Le Vibrazioni rendono omaggio a Stefano D’Orazio: sulla cassa della batteria campeggia un ritratto del batterista dei Pooh, scomparso a novembre del 2020. Devono ancora fare a meno del maestro Beppe Vessicchio, a causa dei tempi tecnici per riavere il green pass dopo la positività al Covid, ma mercoledì sarà regolarmente al suo posto. In sua assenza - è sempre accolto con molto favore -, tra i direttori d’orchestra Enrico Melozzi è tra i più applauditi ad ogni apparizione. A chiudere ci pensano due giovani, Tananai e Matteo Romano, per entrambi passo falso all’attacco. Da domani si fa sul serio.

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