Amadeus: "Trattori saranno benvenuti a Sanremo. Proseguirò? Cinque anni bastano, tutto ha una fine"
«Trattori sul palco? La loro protesta è giusta e sacrosanta. Non sono però stato contattato e non ho contattato nessuno». Lo ha detto Amadeus, direttore artistico del Festival di Sanremo durante la conferenza stampa alla vigilia del Festival rispondendo a una domanda sull'eventualità di ospitare sul palco dell’Ariston rappresentanti del movimento di protesta degli agricoltori. «Quella dei trattori è una protesta giusta - ha aggiunto - per il diritto al lavoro e alla tutela del lavoro. Ma onestamente, non sono stato contattato. «Se vengono - ha aggiunto - li accolgo».
Il Festival... Meloniano
Mai ricevuto pressioni dalla Rai per fare un festival meloniano. «Posso smentire qualunque cosa». Amadeus rimanda al mittente le accuse di aver dovuto seguire indicazioni dall’azienda per evitare scandali e polemiche a Sanremo. «Ho incontrato Sergio appena è diventato amministratore delegato e mi ha detto: "Puoi continuare a fare il festival liberamente come hai fatto negli ultimi 4 anni". Non mi ha mai fatto una telefonata per chiedere chi ci sarà. Nei festival precedenti mai cercato cose sensazionali a tavolino». E ha concluso: «I miei festival non sono schierati, in passato sono stato attaccato sia da destra che da sinistra». E torna sulla visita a Fazio: "Nessun problema, lo conosco da tempo. Mi ha invitato con Fiorello, ho parlato con Sergio e non ci sono mai stati problemi".
"Cinque anni sufficienti per chiudere"
«Sono innamorato di Sanremo, ma tutto deve terminare. Sono lusingato dell’affetto della Rai e del pubblico, ma credo che cinque anni siano sufficienti per chiudere, mi auguro, con una festa bellissima. Resterò comunque innamorato di Sanremo a vita». Un preciso messaggio. L'esperienza di Amadeus a Sanremo finisce qui.
Gli ospiti
Dopo «il regalo agli italiani» fatto lo scorso anno dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Sanremo «non ci saranno presenze istituzionali», né «monologhi». Ma avranno spazio «testimonianze personali». Mercoledì Giovanni Allevi tornerà a calcare il palco dopo due anni di lotta contro un mieloma multiplo: «Sarà testimonial della sua battaglia, portavoce di coloro che si trovano nella sua situazione», dice Amadeus. Domani all’Ariston arriverà invece Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista Cutolo, GioGiò, il musicista di 24 anni dell’Orchestra Scarlatti Young, ucciso lo scorso agosto a colpi di pistola in piazza Municipio, al centro di Napoli. Giovedì Stefano Massini e Paolo Jannacci proporranno L’uomo nel lampo, un brano inedito di denuncia sociale, «una canzone bellissima - promette - che fa riferimento alle morti sul lavoro». Grande protagonista la musica napoletana ("appartiene all’Italia intera, per avere il brano di Geolier ho cambiato il regolamento"), Amadeus è pronto a scommettere su un vincitore «a sorpresa: se ognuno di noi stilasse la top five non sarebbe facile indovinare le posizioni». Ed è convinto che «dopo una cinquina finalista al maschile, quest’anno ci sono importanti presenze femminili: sono curioso del voto del pubblico». Inevitabile una domanda sul futuro: «Sono innamorato di Sanremo, ma tutto deve terminare. Sono lusingato dell’affetto della Rai e del pubblico, ma credo che cinque anni siano sufficienti per chiudere, mi auguro, con una festa bellissima. Resterò comunque innamorato di Sanremo a vita». Si chiama fuori anche il sodale Fiore, che si prepara ad assumere il ruolo il co-co dell’ultima serata ("c'è un gobbo gigantesco, sempre più grande, forse perché invecchiamo") e a far fare a John Travolta in «un ballo che non ha mai fatto». E mentre chiama il direttore del Prime time "Cianna-mea-culpa", incalza ancora Ama: «Chi metteresti al tuo posto?». «Non ci ho mai pensato», risponde il direttore artistico. «Ma figurati se uno acquista una casa e la affitta al primo venuto!», replica lo showman. «Ci penso questa settimana», chiude il siparietto Amadeus.