Il ritorno di Giovanni Allevi, messaggio da Sanremo: “Sono qui anche per dare forza agli altri pazienti”
«Quando non c'è più certezza del futuro, bisogna vivere più intensamente il presente. È come se avessi strappato alla mia fine una manciata di anni e voglio viverli più intensamente possibile». Giovanni Allevi arriva a Sanremo con la sua testimonianza di dolore e malattia, ospite questa sera sul palco dell’Ariston. «Non sono a Sanremo per festeggiare nulla - dice con voce pacata, ma non rassegnata -. Purtroppo il mieloma è una neoplasia cronica, quindi è una battaglia che non si vince mai. La mia presenza qui vuole significare la gioia immensa di vivere il presente. Se nei mesi scorsi mi avessero detto che sarei stato qui oggi a suonare, non ci avrei mai creduto. E poi, se posso, per dare un po' di forza e speranza agli altri pazienti perché loro me la danno e voglio ricambiare con la stessa forza ed energia. La malattia coinvolge direttamente o indirettamente molti di noi». Come BigMama, in gara tra i Big, che ha sconfitto un linfoma e ha parlato di Allevi come di un esempio. «La voglio ringraziare perché mi ha dato forza. L’esperienza della malattia ti mette a contatto con il nucleo più fragile dell’esistenza umana, ma scopri la vita autentica. La malattia e la sofferenza hanno rappresentato per me l’occcasione di scoprire una nuova visione del mondo e delle cose». All’Ariston sarà, dopo due anni passati in terapia, di nuovo di fronte al pubblico per suonare. La scelta è caduta sul brano Tomorrow, ovvero domani, scritto durante i lunghi ricoveri in ospedale. Un domani che per lui sembra incerto. «Domani è un presente allargato, parte dalla felicità di essere qui ora e arriva a un domani non troppo lontano. Però c'è la speranza che domani, ad attenderci, ci sia per tutti noi un giorno più bello». La musica è stata compagna fedele durante le terapie. «In ospedale non avevo lo strumento a portata di mano, ma non è mai stato un problema - racconta il compositore, che a tratti si commuove -: ho potuto comporre musica nella mia testa. Una musica libera, totalmente libera. E dava un senso alla mia sofferenza. Trasformavo la mia paura, la mia ansia, il mal di schiena, l’incertezza del futuro e quella che le terapie potessero non funzionare in note». Ha poi lasciato tutti sgomenti quando ha rivelato che «questa malattia è andata a colpire la mia capacità di suonare il piano». Ma Allevi non cede alla malattia: «ad attendermi c'è un tour di pianoforte solo. L’hanno fatto vicino e con date distanziate per non farmi stancare troppo. Non so come reagirò. Mi piacerebbe introdurre anche i brani nuovi che ho scritto durante periodo della malattia, ma ho bisogno di certezze: eseguirò i grandi successi. Non perché voglia eseguire solo i brani conosciuti, ma perché sono nelle mie mani. E se arriva un tremore improvviso, loro sanno quello che devono fare».