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Sanremo: Lucio Corsi al festival da... Verdone a Carlo Conti

Era tra gli interpreti della serie, all’Ariston porterà il suo «Volevo essere un duro»

In gara al Sanremo “sui generis” di Carlo Verdone, interpretando se stesso nella serie «Vita da Carlo 3» – dove porta sul palco dell’Ariston il romanticismo delicato di «Tu sei il mattino» – Lucio Corsi parteciperà al Sanremo “vero” di Carlo Conti a febbraio («È un concerto e così lo vivrò») con «Volevo essere un duro», scritto assieme a Tommaso Sabatini. Giovane artista toscano, classe 1993, Corsi è tra i più apprezzati talenti della canzone d’autore contemporanea. La sua musica, perfetta armonia tra rock d’autore e folk, contiene atmosfere surreali e mondi grotteschi narrati attraverso una scrittura raffinata e poetica.

Dal 2015, anno dei primi ep «Vetulonia Dakar» e «Altalena Boy», al vero debutto al Festival, pescando fra i brani nel cassetto. «Una canzone per Sanremo va scelta non scrivendola appositamente, ma tra quelle già in programma di uscire, come questa che sarebbe stata uno dei singoli del prossimo disco – ha detto in conferenza stampa – . Quando scrivi una canzone per inserirla in un contenitore si ribella, e quella forma non la prende». Il suo brano, coerente col fil rouge di un festival incentrato su temi intimisti e personali, mette in primo piano aspirazioni e sentimenti umani: «Questa canzone parla del fatto che spesso non si riesce a diventare ciò che si sognava e che talvolta sogniamo qualcosa che non è poi tanto meglio di ciò che siamo. Questo mondo ci vuole indistruttibili, inscalfibili e solidi come le pietre, ma siamo esseri in equilibrio precario e bisogna accettare questa condizione, trovando il bello in questo».

«Volevo essere un duro» prosegue la svolta inaugurata da «Tu sei il mattino» e dalla recente «Nel cuore della notte», che caratterizzerà il nuovo album in uscita a marzo per Sugar Music. «In ogni disco la cosa più difficile da fare, ma a cui bisognerebbe tendere, è il cambiamento. – ha aggiunto – In passato ho raccontato le persone con uno stile onirico, attraverso immagini di animali, vento e onde. Questo nuovo disco invece tende a narrarle in modo più diretto».

Forte l’influsso dei suoi idoli musicali: «Ivan Graziani, Paolo Conte e Lucio Dalla riuscivano a parlare di cose fantastiche, ma con termini ancorati a terra. M’interessava imparare a far questo e così ho fatto». Combattuta la decisione di approdare a Sanremo: «Lo stesso Conte e Battiato non ci sono mai andati, mentre Dalla, Graziani, Vasco Rossi e Rino Gaetano sì. Poi è arrivato il Sanremo immaginario di Verdone, il fatto che avevo intorno due Carlo, uno da una parte e uno dall’altra, e un disco in preparazione. Tutte coincidenze da accogliere». Il set di Verdone è venuto prima dell’annuncio della partecipazione a Sanremo, ma lavorare accanto all’attore e regista romano gli ha dato una marcia in più: «È un bluesman con la malinconia intrinseca di chi fa questo genere».

Per Corsi Sanremo è il nuovo tassello di una vita dedicata alla musica, di cui si è innamorato da bambino guardando il film cult «The Blues Brothers», e che ha iniziato da ragazzino, facendo anche l’artista di strada a Milano: «Un fondo solido di esperienza sul campo è una sorta di paracadute nei live».
Sulla cover del venerdì sera anticipa solo che sarà un brano del passato, capace di parlare anche alle generazioni future, in duetto con un artista italiano («Se avessi portato un artista straniero, avrei pensato a Randy Newman, uno dei più grandi cantautori viventi», ha detto).

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