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Partito il Festival di Sanremo: lacrime, mamme e anche il Papa che parla di pace. Il Carlo IV è questo. La classifica: nei primi cinque Brunori Sas, Giorgia, Lucio Corsi, Cristicchi, Achille Lauro

Tante emozioni all'Ariston: Gerry Scotti è la quota comica. Tamberi annuncia che parteciperà alle prossime Olimpiadi. Cristicchi e Giorgia emozionano la sala, Jovanotti fa ballare tutti.

«Ricordatevi che la musica come la vita si può fare in un solo modo: insieme». Con le parole di Ezio Bosso, che partecipò nel 2016, ha preso il via il Festival di Sanremo. Poi Carlo Conti sul palco ad aprire la 75esima edizione - con tanto di black out audio che per una ventina di secondi ha spiazzato tutti e generato la valanga social- e subito canzoni con Gaia e Gabbani.

«Buonasera, benvenuti e ben arrivati all’edizione 75 del festival di Sanremo. I Conti tornano e sono tornato». Carlo Conti, alla sua quarta conduzione dopo quelle del 2015, 2016 e 2017, ha aperto così il festival di Sanremo, ricordando anche «il lavoro incredibile di Amadeus e Baglioni» che lo hanno preceduto. E in mattinata Conti si era commosso nel ricordo della mamma. Un tema ricorrente fino all'emozionante canzone di Cristicchi.

Gerry Scotti è la quota comica

Elegante in smoking e con l'insolita cravatta, Gerry Scotti entra sul palco dell’Ariston tra gli applausi del pubblico, introdotto da Carlo Conti che dice: «Stasera fa un regalo a tutta Italia». «Vi voglio bene», esordisce il volto Mediaset, al suo debutto assoluto al festival, in una delle rare apparizioni su Rai1. "Grazie Carlo, non parleremo tanto, ma alcune cose in faccia ce le dobbiamo dire: grazie perché con la tua persona, i tuoi collaboratori, tutto il personale di Sanremo e della Rai, nonostante io abbia sempre vissuto all’insegna della semplicità, mi avete fatto sentire importante». Poi il primo lancio, «oh mamma, è dall’oratorio che me lo sogno": tocca a Rkomi che sfoggia il petto nudo sotto la giacca. "Mia mamma diceva sempre, metti la maglietta della salute" è il consiglio di Scotti. «Lo squaraus è un attimo». Poi il saluto a Pippo Baudo: «Ci sta seguendo, ha telefonato».

Gerry Scotti e Carlo Conti si mettono gli occhiali scuri «da saldatore» per non essere abbagliati e accogliere Antonella Clerici in abito color grigio argento luccicante. «E' da tanti anni che ti conosco ma non ti ho mai visto così sexy» le dice un ammirato Conti e lei ci scherza su: «Sono le ultime cartucce».

Lacrime per Frizzi

L’ironia cede poi il posto alla commozione con il ricordo di Fabrizio Frizzi: «Se fosse ancora con noi ci sarebbe qui un quarto amico, anzi è con noi qui un grande amico», dice Conti mentre in sottofondo si sente la voce di Frizzi cantare Un amico in me. Piange Antonella Clerici, salutando Carlotta Mantovan, vedova del conduttore, seduta in platea.

Standing ovation per Simone Cristicchi

Standing ovation del pubblico del teatro Ariston per Simone Cristicchi dopo l’interpretazione di "Quando sarai piccola", la canzone in gara a Sanremo dedicata alla mamma il cui testo affronta il delicato tema dell’Alzheimer. Commosso l’artista, lacrime anche sul volto di alcuni spettatori inquadrati in platea

Il messaggio di Papa Francesco: "La musica strumento di pace"

E a sorpresa c'è il messaggio video di Papa Francesco. «La musica è bellezza, è strumento di pace, è una lingua che tutti i popoli parlano per raggiungere il cuore di tutti, può aiutare la convivenza degli uomini».

"Carissimo Carlo - dice il Papa nel videomessaggio - ho ancora nel cuore il ricordo della Giornata Mondiale dei Bambini, lo scorso maggio, tu eri con noi con il calore umano che ti contraddistingue, in quel bellissimo momento allo Stadio Olimpico con i bambini di tutto il mondo. Sai, la musica è bellezza, la musica è strumento di pace. È una lingua che tutti i popoli, in diversi modi, parlano e raggiunge il cuore di tutti. La musica può aiutare la convivenza dei popoli. Penso, in questo momento, a mia mamma che mi raccontava e mi spiegava alcuni brani di opere liriche facendomi conoscere il senso di armonia e i messaggi che la musica può donare. Pensando al tuo invito penso direttamente a tanti bambini che non possono cantare, non possono cantare la vita, e piangono e soffrono per le tante ingiustizie del mondo, per le tante guerre, le situazioni di conflitto. Le guerre distruggono i bambini. Non dimentichiamo mai che la guerra è sempre una sconfitta. Questo è quello che desidero di più, vedere chi si è odiato stringersi la mano, abbracciarsi e dire con la vita, la musica e il canto: la pace è possibile! Oggi tu lo stai facendo e lo stai facendo dire attraverso la musica. Cercate di vivere delle belle serate e rivolgo un saluto a tutti coloro che sono collegati, specialmente le persone che soffrono, e a tutti voi, e che la buona musica possa raggiungere il cuore di tutti. Sai, la musica può aprire il cuore all’armonia, alla gioia dello stare insieme, con un linguaggio comune e di comprensione facendoci impegnare per un mondo più giusto e fraterno".

Voci per la pace

Due voci, una canzone e tanta speranza di pace, per fermare le tante guerre presenti oggi nel mondo. Dopo il messaggio video di Papa Francesco al Festival di Sanremo, «la musica è strumento di pace», Noa, artista israeliana, e Mira Awad, artista palestinese, cantano «Imagine». Per le due artiste tanti applausi e la standing ovation del teatro Ariston. «Noi artisti non abbiamo il compito di descrivere la realtà ma di immaginare quello che vogliamo creare. Vogliamo che l’intera famiglia umana viva in sicurezza, immaginiamo prosperità e riconciliazione e che fra un anno torneremo a festeggiare un vero accordo di pace». Sono le frasi, in italiano, che Noa e Mira Awad hanno aggiunto alla loro versione di Imagine di John Lennon.

Achille Lauro e Giorgia da applausi

Achille Lauro scende con un abito stile maggiordomo, guanti bianchi, giacca con coda. La sua canzone dedicata ai giovani emoziona, i ritornelli “se non mi ami muoio giovane, se non ti amo fallo tu per me” ha emozionato il pubblico che gli ha dedicato un lungo applauso. Non finisce neanche la prima strofa e già l’Ariston è in piedi per lei e urla il suo nome. Giorgia, in splendido abito nero, lungo, in pizzo con trasparenze, arriva da favorita con "La cura per me" (altro brano scritto da Blanco) e si capisce perché: emoziona, piace e la sua voce è da urlo.

Jovanotti fa ballare l'Ariston

«Sono emozionato troppo, il festival è bellissimo, è come Capodanno, Pasqua, Carnevale», dice Jovanotti sul palco dell’Ariston ringraziando il gruppo dei Rockin'1000 che lo ha accompagnato nella sua performance fuori dall’Ariston. «Una follia, vengono da tutto il mondo per la passione per la musica: Sanremo è una festa della musica, e la musica prima di essere industria, classifica, competizione, è una passione che ci lega e unisce il paese». Dopo due anni di assenza per l’incidente in bici a Santo Domingo, Jovanotti è tornato sulle scene con l’album Il Corpo Nuovo, volato subito in testa alle classifiche: «Il mio corpo nuovo è sempre quel corpo lì, il mio fratello asino come diceva san Francesco. Si è azzoppato ma per fortuna viviamo in un’epoca in cui riescono anche a sostituire un osso, sono quindi un pò bionico, titanico e anche un pò fotonico e soprattutto felice di essere qua». «Il corpo - sottolinea ancora l’artista - è stato un viaggio tosto, ma grazie al cielo sono qua, si ricomincia a fare musica, già ero uno gasato, ma ora mi piace tutto, sto sentendo le canzoni e mi piacciono tutte».

Arriva Tamberi: "Ci vediamo a Los Angeles"

Poi legge, con l’amico Gianmarco Tamberi, che negli applausi dell’Ariston dà appuntamento al pubblico «a Los Angeles 2028», un brano del filosofo Fausto Bolelli, «profeta dello slancio vitale», sulla saggezza del corpo e sulla bellezza di essere imperfettamente se stessi. «Abbiamo alzato un pò l’asticella, a te - dice rivolto a Conti - Amadeus te l’ha messa bella alta. Quando mi hai invitato l’ho chiamato e gli ho chiesto: ti senti tradito? Lui mi ha risposto: ma no, Carlo è un amico, siamo qui con il beneplacito sia di Ama sia di Fiore». Poi l’omaggio a Sammy Basso e infine il brano Un mondo a parte, con Dardust al pianoforte.

Lettera di Achille Lauro ai giornalisti

«Cari giornalisti, le canzoni a volte non sono solo semplici canzoni. Sono la nostra storia». Lo scrive Achille Lauro in una lettera aperta firmata "S" in cui parla del senso di Incoscienti Giovani, il brano che ha appena presentato al festival di Sanremo. «Questa è Incoscienti Giovani raccontata da chi l’ha vissuta, stasera dal mio più grande amore. "Quando ho conosciuto Lauro - spiega - era un adolescente magrolino, con i capelli sempre rasati corti e il viso scavato. Eravamo molto giovani quando ci siamo innamorati. Io vivevo da sola con mia madre, e lui veniva spesso da noi. Lo abbiamo aiutato tanto quando era solo, per mia madre era come un figlio. Aveva questa ossessione per la scrittura, come se fosse l’unico modo per dare un senso a tutto ciò che lo circondava e , probabilmente, scrivere lo aiutava anche a metabolizzare la situazione che viveva. Lauro ha sempre cercato di nascondere i suoi traumi. Li tiene dentro. È forse per questo che scrive canzoni. Ha imparato a soffrire in silenzio. Io lo capivo. Anche io e mia madre eravamo rimaste sole. Mio padre l’ha sempre umiliata, fino al giorno in cui se ne è andato. Lui non ha mai saputo cosa significasse davvero stare insieme. Lui non conosce l’amore. Anche in quegli anni senza casa, Lauro non mi ha mai chiesto aiuto. Si vergognava. Dormiva dove capitava: Ricordo quell'hotel fatiscente a una stella a Boccea, che odiava, e quella vecchia Peugeot 206 grigia. Ricordo che mentiva, pur di non pesare su di me e su i suoi amici. A notte tarda, quando tutti rientravano, lui diceva: "Tranquilli, sto da un amico". Ma poi finiva a dormire in macchina nascosto in qualche parcheggio. Non scorderò mai quello che è stata la nostra adolescenza incosciente e sarò sempre innamorata di quel ragazzino sognatore. Nonostante fosse un ragazzo difficile, chi riusciva a superare lo scoglio scopriva una sensibilità preziosa. Forse proprio quella che ancora oggi riesce a mettere in quelle canzoni che parlano ancora di noi, Come questa».

I social scatenati sulle lenti di Fedez

Fedez vestito in total black fa parlare i social oltre che per la sua esibizione canora con "Battito" anche per le lenti nere sulle quali si soffermano anche Conti e Scotti."Gli brillavano gli occhi» commentano. Buoni i commenti alla sua canzone che parla di depressione. In molti su 'X' elogiano l’intensità con cui l’ha cantata.

La classifica della sala stampa: i primi cinque

Tra i primi cinque (non in ordine di punteggio) ci sono Brunori Sas, Lucio Corsi, Simone Cristicchi, Giorgia e Achille Lauro.

L'ordine di uscita dei cantanti di stasera

Gaia – Chiamo io chiami tu

Francesco Gabbani – Viva la vita

Rkomi - Il ritmo delle cose

Noemi - Se t'innamori muori

Irama Lentamente

Coma_Cose – Cuoricini

Simone Cristicchi - Quando sarai piccola

Marcella Bella - Pelle diamante

Achille Lauro - Incoscienti giovani

Giorgia - La cura per me

Willie Peyote - Grazie ma no grazie

Rose Villain - Fuorilegge

Olly - Balorda nostalgia

Elodie - Dimenticarsi alle 7

Shablo feat Guè, Joshua e Tormento - La mia parola

Massimo Ranieri Tra le mani un cuore

Tony Effe - Damme 'na mano

Serena Brancale - Anema e core

Brunori Sas - L'albero delle noci

Modà - Non ti dimentico

Clara - Febbre

Lucio Corsi - Volevo essere un duro

Fedez - Battito

Bresh - La tana del granchio

Sarah Toscano - Amarcord

Joan Thiele - Eco

Rocco Hunt - Mille vote ancora

Francesca Michielin - Fango in paradiso

The Kolors - Tu con chi fai l'amore

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