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Sviluppato un test che distingue le infezioni batteriche da quelle virali

Rappresentazioine grafica del virus dell'influenza (fonte: MedicalGraphics)

Distinguere rapidamente un’infezione virale da un’infezione batterica offrendo al medico la risposta sul trattamento corretto e adeguato da somministrare al paziente. Questa la novità rappresentata da un nuovo test che consente di stabilire, attraverso la risposta del sistema immunitario all’infezione, se necessario ricorrere all’uso di antibiotici.

Obiettivo è quello di contrastare il loro abuso e limitare il conseguente fenomeno dell’antibiotico-resistenza. A
lavorare al progetto, nato dall’idea di una start-up israeliana, sono Germania, Olanda, Svizzera e Italia. Rappresentante del nostro Paese è Susanna Esposito, Presidente WAidid e Ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Perugia, che proprio in occasione della World Antibiotic Awarness Week (12-18 novembre) si è riunita ad Haifa, in Israele, con alcuni tra i maggiori esperti di infettivologia pediatrica per sviluppare ulteriormente l’innovativo test così da renderlo disponibile nella diagnosi rapida.

Il test, che studia la risposta immunitaria alle infezioni, misura le concentrazioni nel sangue di tre proteine che aumentano o diminuiscono in risposta a batteri o virus ed è stato sviluppato grazie a finanziamenti della Comunità Europea nel programma Horizon 2020. Il test è stato inoltre convalidato da studi clinici, con la partecipazione per l’Italia della Clinica Pediatrica e della Struttura di Microbiologia dell’Università degli Studi di Perugia.

È stato di recente approvato per uso clinico nella UE, in Svizzera e in Israele. Sono circa 700.000 i casi di infezioni antibiotico-resistenti registrati in Europa nel 2015, a cui sono attribuibili oltre 33.000 decessi. Stime che corrispondono a un’incidenza di 131 casi di infezione antibiotico-resistente per 100 mila abitanti e a 6,44 decessi
per 100 mila abitanti1. Solo nel nostro Paese sono circa 10.000 i decessi correlati all’antibiotico-resistenza, un terzo di tutti i decessi legati a questo fenomeno a livello europeo.

Il test potrà trovare applicazione non solo nei reparti ospedalieri ma anche nelle strutture di Pronto Soccorso e negli
ambulatori.

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