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Come “Mattino Cinque” vince la scommessa

Per anni Mediaset aveva cercato - invano - di contendere il primato alla portaerei della Rai, «Unomattina». I tentativi di creare un prodotto concorrente avevano portato i vertici del Biscione a schierare pesi massimi della tv come Maurizio Costanzo e Silvana Giacobini, solo per citarne due tra i più noti.

Dopo vari esperimenti, poi, dalle parti di Cologno Monzese è stata presa la fortunata decisione di puntare su un nuovo format, con alla guida il duo formato da Barbara D'Urso e Claudio Brachino. È il 21 gennaio 2008, nasce ufficialmente «Mattino Cinque». Inizialmente la trasmissione mattutina sulla rete ammiraglia di Mediaset aveva una durata più breve di quella attuale ma, dato il grande successo di pubblico, arrivò ben presto a durare più di due ore. I due al timone, versatili e con un grande appeal sui telespettatori, si suddividevano in base al proprio bagaglio professionale la parte più di «costume» e quella informativa, coadiuvati da opinionisti come Ferruccio De Bortoli e Paolo Del Debbio, nonché da figure entrate nel cuore del grande pubblico come il Colonnello Giuliacci e Alfonso Signorini. Finalmente il gruppo Fininvest aveva trovato il proprio cavallo di battaglia da contrapporre alla Rai nella corsa agli ascolti della mattina, molto ambiti dai pubblicitari.

Negli anni successivi la conduzione è poi passata a Federica Panicucci - Barbara D'Urso si è dedicata a un altro successo come «Pomeriggio Cinque» - e, nell'ordine, a Paolo Del Debbio, Federico Novella e all'attuale Francesco Vecchi. Vecchi si occupa della parte giornalistica in senso più stretto fin dal 2016, mantenendo lo spirito del programma che, come detto, alterna temi più leggeri a servizi di cronaca, economia e politica, al fine di garantire un panorama il più ampio possibile sulla società italiana. Prendiamo per esempio la prima puntata di questa settimana, aperta dal triste - ed ennesimo - caso di femminicidio accaduto a Bergamo nel weekend e dal duplice omicidio di Trieste.

Insomma, contenitore di intrattenimento sì, ma sempre con un occhio attento all'attualità. «Mattino Cinque» è diventato un punto di riferimento per un pubblico molto articolato: all'inizio della messa in onda il pubblico era caratterizzato dall'appartenenza a un cluster di classe sociale medio-alta, mentre oggi il programma di Canale 5 è a tutti gli effetti un rotocalco più popolare, nell'accezione nobile del termine. Il pubblico della mattina, inoltre, è diventato sempre più esigente. Ormai anche le casalinghe e i più anziani stanno accedendo alle offerte delle nuove tecnologie, rendendo la concorrenza spietata. Per questo la fascia mattutina si è trasformata in un campo di battaglia in cui guerreggiano format come «Buongiorno Regione» e «Unomattina» sulla tv pubblica o «Coffee Break» su La7.

Una vera e propria riedizione della competizione che si svolge in «prima serata», solo con uno sforzo linguistico superiore ché si impone di catturare la fedeltà e rendere comprensibili determinati temi a un pubblico più distratto, che guarda la tv mentre in contemporanea compie altre attività come pulire la casa, fare colazione, vestirsi, organizzare la giornata. Ma non per questo è meno attento. Insomma, quella di «Mattino Cinque» è una scommessa vinta sotto tutti i punti di vista che, da più di dieci anni, accompagna un pubblico sempre più difficile da conquistare per gli addetti ai lavori.

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