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“Uomini e donne” e la teoria darwiniana dell’evoluzione della specie

Non c’è dubbio che la pandemia che stiamo attraversando ha segnato uno spartiacque anche per la tv, molte trasmissioni si sono fermate, altre si sono adattate all’emergenza, alcune ne hanno approfittato per rinnovarsi in varia maniera e fra queste c’è “Uomini e donne”.

Ora, chi volesse ritenere questo programma deleterio è liberissimo di non guardarlo, ma, a nostro avviso, U&D rappresenta uno specchio del Paese, una cartina di tornasole per i mutamenti generazionali e sociali, un inesauribile serbatoio di inutili comparse televisive che in un modo o nell’altro pascoleranno in vari programmi.

Per cui, se, senza entrare nelle perverse dinamiche dei protagonisti, ci si astrae e lo si osserva come un webinar di aggiornamento sulle dinamiche sociali e sentimentali, può essere utile a comprendere le evoluzioni (o le involuzioni) di un piccolo mondo contemporaneo. A questo, però, deve aggiungersi la prontezza di riflessi imprenditoriale di Maria De Filippi, che lungi dal bearsi di un successo costante, ha sempre trovato il modo di anticipare i tempi e di proporre innovazioni. Già durante il lockdown, De Filippi e i suoi autori avevano trovato il modo di fare dello “smart loving”, facendo incontrare a mezzo computer i personaggi che più intrigavano il pubblico, ma con la ripresa della stagione sono stati molti i cambiamenti e, soprattutto, le strategie introdotte. Una fra tutte, l’aver unificato il trono over con quello classico, mettendo nella stessa puntata adulti in cerca di uno stabile affetto con giovani che cercano i followers ancor prima dell’amore.

Un rimescolamento delle carte che, senza dubbio, parte dalla necessità di bilanciare gli ascolti in calo dei giovani con quelli sempre crescenti degli adulti e che, quindi, si segnala sin da subito come una sagace mossa aziendale che, però, presenta i suoi vantaggi anche dal punto di vista dello spettacolo. Il mischione generazionale, infatti, dimostra, già dalle prime battute, non tanto e non solo che l’amore non ha età, ma che sono molti coloro che si ritengono diversamente giovani e vorrebbero stare al passo sentimentale dei loro nipoti, senza accorgersi di superare la soglia del ridicolo. Dal canto loro, i più giovani vengono messi alla prova su uno dei campi a loro più congeniali. Il corteggiamento di base viene affidato a messaggi sui telefonini in dotazione, e sono pochi quelli che riescono a passare il vaglio della redazione e ad essere diffusi, mettendo così in luce una estrema povertà di argomenti di comunicazione.

Insomma, altro che tv spazzatura: il campionario umano di Uomini e Donne apre un ennesimo capitolo dell’evoluzionismo darwiniano.

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