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Discoteche, da adesso tutti in pista! Ma tra norme e paradossi...

Il popolo delle discoteche torna a varcare la soglia delle sale, dopo un’altra estate priva di “dance”, dopo 20 mesi di camicia di forza

Tutti in pista. Di nuovo. Il popolo delle discoteche torna a varcare la soglia delle sale, dopo un’altra estate priva di “dance”, dopo 20 mesi di camicia di forza. Paletti rigidi (sulla carta): massima capienza autorizzata pari al 50 per cento al chiuso e asticella che si alza fino a toccare il 75 per cento all’aperto. Ma nella stagione autunnale-invernale chi organizza serate fuori, sfidando freddo e intemperie? Una situazione più unica che rara.

Nel locale, poi, occhio alle regole sull’utilizzo della mascherina: se si balla, niente dispositivo di protezione individuale, in quanto il movimento è equiparato ad attività fisica. Però c’è un però. Jessica e David sono abbastanza scrupolosi: appena il deejay passa il brano “Another way” di Gigi D’Agostino, ripongono in tasca la mascherina che tenevano calata sul mento e cominciano a danzare addirittura come “i dervishes turners che girano sulle spine dorsali” cari al compianto Franco Battiato. La ragazza dice al fidanzatino: “Ma qui c’è un caldo da sballare. E le droplet?”. Il giovane risponde: “Non ti preoccupare amore, tanto ormai non si capisce più un tubo”.

In pista c’è aria viziata, nonostante l’impianto di aerazione perfettamente funzionante e a norma. I ballerini sono tutti madidi di sudore. Ed ecco che dalla postazione di comando parte il classico lento “Come mai” degli 883. Tutti si abbracciano e si formano anche coppie tra sconosciuti. Samantha e Johnny hanno voglia di bere qualcosa. Si avvicinano al bar tra la calca e indici puntati in alto per reclamare il turno. Quindi, indossano la mascherina. La prima riesce a ordinare un Aperol Spritz, l’amichetto un Gin Lemon. Consumate le bevande, raggiungono i divanetti. Johnny si avvicina per un bacio, la ragazza, imbarazzata, si stringe nelle spalle: “Qui dovremmo mantenere le nostre Ffp2. Andiamo in macchina, a scanso di equivoci”.

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