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Alla mamma il tema di Eleonora, la figlia morta di tumore: "La mia bambina idealista e profonda"

Il tema di Eleonora, la tredicenne di Bologna morta a causa di un osteosarcoma nel settembre 2018, ora è a casa. Questa mattina la dirigente della scuola, dove la ragazzina tre mesi prima di volare via aveva sostenuto la prova scritta d’italiano da privatista per l’idoneità alla terza media, lo ha consegnato alla mamma Sabrina Bergonzoni, che lo cercava da novembre 2020.

Sabrina Bergonzoni con la figlia Eleonora

Il tema di Eleonora, la tredicenne di Bologna morta a causa di un osteosarcoma nel settembre 2018, ora è a casa. Questa mattina la dirigente della scuola, dove la ragazzina tre mesi prima di volare via aveva sostenuto la prova scritta d’italiano da privatista per l’idoneità alla terza media, lo ha consegnato alla mamma Sabrina Bergonzoni, che lo cercava da novembre 2020. Mail e telefonate che non avevano colto nel segno. Poi, grazie a un post su Facebook di Sabrina e grazie alla grande risonanza mediatica della storia, il foglio protocollo scritto da Eleonora con la penna stilografica quel 28 maggio 2018 e un 8 di voto segnato sull'ultima pagina è stato ritrovato venerdì pomeriggio negli archivi dell’istituto. Aveva scelto la traccia descrittiva: «C'è una persona per cui provo grande ammirazione, ve ne parlo».

Decise di raccontare di un’amica di famiglia, psicologa, alla quale si era legata «per la sua grande capacità di ascolto - racconta la mamma - una persona sensibile, capace di ascoltarla mentre Ele parlava tanto, come una macchinetta. Questa nostra amica aveva da poco avuto una figlia e lei era felicissima per la nascita, in un modo che ci colpì molto». A scuola, questa mattina, c'è stato un momento di commozione intima tra Sabrina, la dirigente, una collaboratrice scolastica che ha partecipato alla ricerca in archivio e un’insegnante della commissione d’esame d’allora.

I professori ricordavano Eleonora, pur avendola vista solo in occasione delle prove scritte e di quelle orali; l’insegnante di italiano ha voluto consegnare a Sabrina una lettera nella quale sottolinea questo ricordo di forza e serenità della figlia. La mamma quell'ultimo tema lo ha letto subito: «Viene dal cuore, spensierato, anche se riflessivo, un tema senza rabbia, nel quale non si fa cenno alla malattia», confida. «In queste righe ho ritrovato la mia bambina, saggia, idealista, profonda, quella che conosco molto bene». Eleonora aveva concluso il suo elaborato con una definizione del concetto di ammirazione: «Ammirare - scriveva Ele - vuol dire guardare anche con il cuore, ammirare vuol dire stimare, per me l’ammirazione è per persone buone, brave, coraggiose, forti e decise verso il bene, piene d’amore, di giustizia, di misericordia».

Guardando indietro non c'è spazio per la polemica nelle parole di Sabrina, ma uno sguardo propositivo: «Perché non si sia trovato prima non lo so, forse solo un pò distrazione, fraintendimenti, un pò di mancanza di ascolto che è il cuore di questa piccola battaglia. Anche altri familiari di ragazzi che non ce l’hanno fatta hanno vissuto esperienze simili. Le istituzioni, però, mi sono state accanto. Con l’ufficio scolastico di Bologna lavoreremo per progetti di sensibilizzazione sulla malattia e la disabilità a scuola». Ritrovare il tema e scoprire la valanga di solidarietà e partecipazione, per Sabrina ora è una spinta in più per proseguire nell’impegno con l’associazione Agito (genitori insieme tumori ossei) che collabora con l’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, e «superare insieme altri piccoli e grandi muri di gomma, al fianco delle famiglie che devono affrontare la malattia grave del figlio».

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