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Giù il sipario, applausi a Costanzo. La sua lezione resterà nella storia della tv

Con Maurizio Costanzo, così come era stato per Piero Angela qualche mese fa, scompare non solo un giornalista o un autore, ma un vero maestro della tv, inventore di un genere come il talk show e, soprattutto, un pilastro della comunicazione televisiva che ha contribuito, con le proprie trasmissioni, alla formazione di una coscienza civica nello spettatore.

Costanzo era un precursore dei tempi, che aveva intuito le potenzialità del mezzo e la possibilità, enorme, di poter far transitare, attraverso il piccolo schermo, idee e concetti utili a formare un senso di appartenenza a una società civile e pensante.

Attento osservatore del mondo e degli accadimenti, sapeva scrutare nell’animo dei suoi simili e si accostava senza pregiudizi alle varie sfaccettature della natura umana animato da sincera curiosità. Non a caso, fu co-inventore di Giandomenico Fracchia, prototipo dell’impiegato timido e nevrotico, vessato dal proprio capufficio, in tempi in cui il mobbing non era ancora stato codificato.

La sua intuizione, unita alla capacità di comprensione e all’ironia innata, la ricerca di formule inedite, lo avevano portato a coniugare lo spettacolo con la parola, diventando così il fondatore del genere talk show, prima in Rai con “Bontà loro”, poi con “Acquario” – elemento che – come oggi in “Che tempo che fa” – faceva parte integrante della scenografia, infine diventato il “Maurizio Costanzo Show”, attraverso il quale ha portato in scena il vissuto della commedia e della tragedia, senza distinzione di sesso, età, religione, ceto e fama.

Tanti erano i famosi sulla passerella del teatro Parioli e tanta anche la gente comune che saliva sul palcoscenico per raccontare un proprio pezzo di vita. Molti sconosciuti ebbero in Costanzo il loro mentore, altri il loro paladino. Storie minime e fatti di costume che alimentavano il dibattito sociale anche su temi tabù, che Costanzo cercava di veicolare nella coscienza degli italiani, in maniera naturale e colloquiale, facendo valere il loro potenziale etico prima ancora che potesse sollevarsi e prevalere la morale borghese. Una storia, quella del “Maurizio Costanzo Show” riassunta nei numeri delle puntate e degli ospiti, che si traduce nella capacità di aver sdoganato la cultura popolare facendola diventare terreno di vivo confronto.

Un impegno non di forma ma di sostanza, quello di Costanzo, anche nella sua dichiarata lotta contro la e le mafie, che ebbe il suo apice nella staffetta con Michele Santoro, fatto, questo, unico per la tv, che lo portò a rientrare fra gli obiettivi di un attentato per fortuna senza conseguenze, ma dal forte impatto pure per il pubblico. La sua lezione resterà nella storia della tv.
“Sipario”.

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