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Antonio Gangemi, dopo la carriera negli Usa il chirurgo catanzarese tornato in Italia al Sant'Orsola. Gli interventi innovativi con il robot "Hugo"

Antonio Gangemi

"Io spero che ci siano altri colleghi che hanno fatto lo stesso percorso professionale e si sono fatti valere all'estero, che comincino a considerare la possibilità di rientrare in Italia". Ad auspicarlo è Antonio Gangemi, catanzarese, professore del dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell'Università di Bologna, rientrato in Italia a novembre 2022, dopo 18 anni negli Stati Uniti.

Oltreoceano si era trasferito nel 2004 per completare gli studi (prima la laurea in Medicina all'Università di Reggio Calabria, poi la specializzazione in Chirurgia generale all'Università di Padova) e sviluppare la sua carriera professionale all'Università dell'Illinois a Chicago, dove ha acquisito elevatissime competenze nella chirurgia robotica, lavorando in ambito clinico, di ricerca e formazione, distinguendosi con oltre 100 pubblicazioni.

Ora è stato richiamato in Italia, all'Irccs Policlinico Sant'Orsola di Bologna, dove coordina la piattaforma delle tecniche chirurgiche e interventistiche innovative. "Mi auguro che il mio sia il primo rientro di molti altri, che si riesca a riportare queste risorse nel nostro Paese perché ne abbiamo bisogno - sottolinea - Però bisogna incentivarli questi cervelli che sono andati all'estero. Il trattamento economico che viene riservato negli Stati Uniti per esempio è ben diverso da quello che si trova in Italia". Lo stesso Gangemi ammette di avere oggi un contratto molto inferiore dal punto di vista economico rispetto a quello che aveva all'estero, ma ha deciso ugualmente di tornare per l'amore per l'Italia e perché "credo tantissimo nel progetto. Qui c'è totale sinergia tra la dirigenza del Policlinico e l'Università di Bologna, una leadership illuminata, per me - conclude - è un privilegio e un onore poter collaborare con colleghi di altissimo profilo professionale".

Gli interventi al Policlinico con il nuovissimo robot "Hugo"

Con un investimento di oltre quattro milioni di euro, l'Irccs Policlinico Sant'Orsola di Bologna amplia la sua dotazione robotica e s'impone come uno dei quattro centri in Italia per le attività di ulteriore sviluppo di questa tecnologia. E' arrivato al Policlinico il nuovissimo robot "Hugo", sviluppato da Medtronic, partner in questo progetto.

A coordinare la piattaforma delle tecniche chirurgiche e interventistiche innovative, tra le quali appunto quella robotica, dopo un'esperienza quasi ventennale negli Stati Uniti, è stato chiamato al Sant'Orsola il professore dell'Alma Mater Antonio Gangemi.

    Sono già 13 gli interventi effettuati con Hugo, ottimi i risultati: operazioni per il cancro allo stomaco, colecisti, patologia del colon e anche per il trattamento del Morbo di Crohn. Ma gli ambiti di utilizzo sono moltissimi: chirurgia cardiaca, ginecologica, oftalmologia, ortopedica, pediatrica, testa-collo, toracica e urologica. Il nuovo sistema Hugo, rispetto agli altri sistemi robotici, si distingue per avere una consolle aperta, che migliora la comunicazione tra il chirurgo e il personale di sala; le braccia inoltre sono attaccate a carrelli individuali che possono essere portati al tavolo operatorio separatamente.

Tanti i benefici della chirurgia robotica: visione tridimensionale sul monitor del campo operatorio, accuratezza dei movimenti del chirurgo, possibilità di eseguire interventi complessi anche su strutture anatomiche molto piccole. L'obiettivo è anche quello di creare un centro di innovazione e training in chirurgia robotica dove formare i futuri chirurghi del Sant'Orsola e anche altri specialisti italiani e internazionali. Hugo si aggiunge al robot chirurgico Da Vinci già in dotazione da tempo, tanto che all'Irccs sono stati effettuati dal 2015 ad oggi oltre 6.400 interventi per un totale di 20 milioni di investimento. "Portare innovazione in sanità costa - sottolinea la direttrice generale del Sant'Orsola Chiara Gibertoni - però senza innovazione non si fa sanità di qualità, è un elemento imprescindibile. Se si vuole un sistema di qualità si deve fare ricerca, avere il coraggio di far investire sul pubblico in termini di ricerca".

 

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