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Troppo alcol per 8 milioni di italiani, 4mila minori finiti in ospedale in un anno

Dopo una flessione nel 2021, il numero di italiani che consumano quantità di alcol potenzialmente dannose per la salute ha ripreso a crescere nel 2022: sono stati circa 8 milioni, 300 in più dell’anno precedente.

Tra questi, circa 3,7 milioni ha praticato binge drinking, bevendo grandi quantitativi di alcol per ubriacarsi; 770 mila, poi, hanno un consumo problematico. Sono alcuni trend identificati dall’analisi annuale sui consumi di alcol nel Paese dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità.

«I consumi di alcol in Italia evidenziano una situazione consolidata e preoccupante di aumento del rischio che dilaga nelle fasce più vulnerabili della popolazione: minori, adolescenti, donne e anziani», afferma Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Iss.

«È necessario intercettare precocemente tutti i consumatori a rischio e assicurare alle cure quelli con danno e alcoldipendenti».

Secondo il report, complessivamente sono 36 milioni i consumatori di alcol in Italia. Circa 10,2 milioni beve tutti i giorni; 5 milioni eccedono abitualmente le linee guida, fino ad arrivare ai 770 mila che ne consumano quantità dannose e che avrebbero bisogno di trattamento.

Tuttavia, «i servizi accolgono solo la punta dell’iceberg» rileva l’analisi Iss: solo l’8,2% (62.886) degli alcoldipendenti è in carico al servizio sanitario. Nel 2022, sono stati inoltre registrati 39.590 accessi al Pronto Soccorso per patologie collegate all’alcol. Poco più del 10% (circa 4 mila) era minorenne. Proprio i minori sono una delle fasce della popolazione per cui l’Iss esprime maggiore preoccupazione. Questa platea «non dovrebbe ricevere in vendita o somministrazione be

vande alcoliche dagli adulti competenti sia negli esercizi pubblici che in famiglia», si legge.

Ciononostante, 650 mila under-18 hanno consumato bevande alcoliche e 104 mila hanno praticato binge drinking.

Il danno dell’alcol, in questa fasce di età, è "prevalentemente irreversibile» e può portare «a un deficit cognitivo prematuro di memoria e di orientamento», prosegue il report.

Preoccupazione anche per gli anziani: circa 2,5 milioni beve in maniera rischiosa. Tra gli over-65, inoltre, cresce il consumo fuori pasto; un trend, quest’ultimo, che sgretola «la connotazione di generazione ispirata allo stile del bere mediterraneo, oramai in estinzione», conclude il rapporto.

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