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Giuseppe Allamano sarà santo: chi è il fondatore delle Missioni della Consolata

Giuseppe Allamano

«Ci uniamo alla festa dei Missionari e delle Missionarie della Consolata e rivolgiamo un pensiero riconoscente al Papa. Ha infatti inizio il percorso verso la canonizzazione di Giuseppe Allamano, che presto avremo la gioia di vivere insieme». Così l’arcivescovo di Torino, Roberto Repole, dopo l’annuncio dato oggi dalla Santa Sede che il beato Giuseppe Allamano, fondatore delle Missioni della Consolata, sarà presto proclamato Santo. Allamano è un piemontese, nato a Castelnuovo Don Bosco in provincia di Asti il 21 gennaio 1851 e morto a Torino il 16 febbraio 1926.

«Il Papa - spiega Repole - ha autorizzato la promulgazione del decreto che attesta un miracolo attribuito all’intercessione dell’Allamano, che nel 1901 fondò l’Istituto Missioni Consolata aprendo una volta di più la nostra Chiesa all’annuncio del Vangelo nel mondo».

Le origini e la vita di Giuseppe Allamano

Giuseppe Allamano nasce in una famiglia profondamente religiosa. Fin dalla giovane età, mostra una forte inclinazione verso la vita sacerdotale, culminata con la sua ordinazione nel 1873. Dopo essere diventato rettore del Santuario della Consolata a Torino nel 1880, si dedica con passione alla cura spirituale dei fedeli e alla promozione del culto mariano.

La fondazione delle Missioni della Consolata

Nel 1901, Allamano realizza il suo sogno di fondare una congregazione missionaria. L'Istituto Missioni Consolata nasce con l’obiettivo di formare sacerdoti e laici pronti a portare il messaggio del Vangelo nelle terre più lontane. «La missione - sottolinea Repole - partì dall’amato Santuario della Consolata di Torino e oggi è diffusa in tutto il mondo, dove i missionari e le missionarie della Consolata continuano a testimoniare la fede in Gesù, spesso in condizioni di grande povertà materiale e spirituale. È l’impegno missionario di tutta la Chiesa, anche di quella torinese - aggiunge - che sull'esempio dell’Allamano e dei santi sociali che illuminarono la città nell’Ottocento e nel Novecento si sente chiamata a portare il Vangelo nella vita di tutti gli uomini e tutte le donne».

L'eredità spirituale di Giuseppe Allamano

L'eredità di Giuseppe Allamano è viva ancora oggi, grazie all’opera incessante dei missionari della Consolata che lavorano in diverse parti del mondo. La loro testimonianza di fede e dedizione, spesso in contesti di estrema povertà, è un chiaro riflesso dell'insegnamento e dell'esempio lasciato dal loro fondatore.

Con l'inizio del processo di canonizzazione, la figura di Allamano viene ulteriormente riconosciuta e celebrata non solo nella Chiesa piemontese, ma in tutta la comunità cattolica mondiale. Il suo impegno e la sua dedizione rappresentano un modello di vita religiosa che continua a ispirare molti, spingendo la Chiesa verso nuove frontiere di evangelizzazione e carità.

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