Mercoledì 27 Novembre 2024

Deborah Vanini muore di tumore per far nascere figlia: ha rifiutato le cure. La bimba ha 2 mesi

Foto Facebook

«Il giorno in cui ho scoperto di essere incinta, ho scoperto anche di avere un tumore al quarto stadio. Uno shock». Con queste parole, il 22 settembre, Deborah Vanini, 38enne di Como, raccontava la sua storia sulla pagina Facebook, pochi giorni dopo la nascita della figlia Megan. La piccola è venuta al mondo grazie al sacrificio della madre, che ha scelto di rifiutare le cure per portare a termine la gravidanza. Deborah, però, ha potuto stare accanto alla sua bambina solo due mesi, poiché il cancro non le ha lasciato scampo. Oggi si sono tenuti i suoi funerali.

La forza della scelta

Deborah ha condiviso sui social la difficoltà della sua scelta, che lei stessa definiva "più grande di noi". «Messi davanti alla più difficile al mondo per un genitore - scriveva -, decidere per la vita o meno dei propri figli». Le cure necessarie, «i farmaci, una valanga di farmaci», non erano compatibili con la gravidanza. «Avevo una vita da sogno fino al giorno precedente - raccontava -. Dalla notizia più bella alla più brutta in 25 secondi netti. Dalla gioia più grande alla disperazione più assoluta. Dall’estasi alle pene dell’inferno».

L'amore per la figlia Megan

La piccola Megan è nata il 18 settembre e pochi giorni dopo Deborah ha postato orgogliosa le sue foto. L’ultimo post della madre, scritto un mese dopo, era un messaggio d’amore rivolto alla figlia: «Chissà per quanto tempo potrò guardarti, ogni mese, giorno, ora, sono un prezioso dono. Farò di tutto e lotterò per guardarti il più a lungo possibile».

Le reazioni e il ricordo

Deborah è morta qualche giorno fa, lasciando la figlia, il compagno e la sua famiglia. La sua storia ha commosso molte persone. «Sono delle dimostrazioni di grande amore - ha dichiarato il governatore lombardo Attilio Fontana -. Bisogna togliersi il cappello davanti a queste scelte e piangere una donna che ha dimostrato di avere un coraggio e un amore fuori dal comune». Anche l’assessore al Welfare lombardo Guido Bertolaso ha espresso il suo omaggio: «Mi inchino di fronte a questa donna eroica, al posto suo avrei fatto esattamente la stessa cosa».

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