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Chiappucci e
la noia gialla

Uno controlla la corsa, piazzando gli acuti vincenti nelle due crono concluse a Besancon e Chartres; l'altro gli guarda le spalle, tenendolo al riparo da sgradite sorprese, trappole, agguati - in salita come in discesa - e quant'altro. Morale: corsa bloccata, nel segno della madrelingua inglese. E tutti a lottare per il terzo posto, che finisce, con merito, a Vincenzo Nibali. Il messinese della Liquigas, almeno, è stato l'unico a provarci e a tenere sulle spine re Wiggins. E' durato poco, però. "Ai miei tempi era diverso - fa notare Claudio Chiappucci, che nella corsa gialla ha ottenuto due secondi posti (1990 e '92) e una terza piazza (1991) -. Adesso, non ci sono piu' leader carismatici. Gli inglesi hanno bloccato la corsa, è proprio il caso di dirlo, e alla fine mi sono pure un po' annoiato: non è stato un Tour esaltante. Quando lottavamo con Bugno contro Indurain cercavamo di ravvivarlo". Chiappucci, che nella Grande Boucle ha vinto pure due maglie a pois della classifica degli scalatori, confessa senza tanti giri di parole che, al posto di Chris Froome, l'angelo custode della maglia gialla Bradley Wiggins sulle Alpi e sui Pirenei, si sarebbe comportato in maniera diversa. "Ci può giurare - dichiara all'ANSA il varesino nato a Uboldo, che oggi ha 49 anni -. Ne avrei parlato durante la riunione della squadra, quando si stabiliscono i ruoli e si mettono a punto le strategie; avrei chiarito la mia posizione e poi ci avrei provato. Me la sarei presa volentieri, questa responsabilità. Froome mi ha sorpreso positivamente: è come se avesse vinto il Tour. Anche se, alla fine, pure lui non ha fatto faville: ha solo tirato in salita. E basta". "Wiggins, comunque, ha dimostrato di essere forte: era reduce da successi importanti, come nel Giro del Delfinato, ed é rimasto sempre fra i primi. Di fatto, non si è mai staccato, mentre a cronometro ha fatto quello che doveva fare", aggiunge. A Chiappucci sarebbe piaciuto far parte di una squadra come quella messa in piedi dalla Sky, con un investimento di un'ottantina di milioni e ingaggi da fare invidia ai calciatori. "Sono stati e sono troppo superiori rispetto alle altre squadre - prosegue l'ex 'attaccante' della Carrera-Tassoni - Negli sprint hanno Cavendish e in salita tirava pure Boasson Hagen, che non è certo uno scalatore, e si permetteva pure il lusso di staccare gli specialisti". Secondo Chiappucci, Nibali ha ottenuto "il massimo". "Perché - dice - con certi avversari non poteva ottenere più del terzo posto. E' stato bravo, il corridore siciliano. Mi ha invece deluso Cadel Evans, che era chiamato a difendere la vittoria dell'anno scorso, invece è crollato. Anzi, diciamo che non è mai esistito. Mi è piaciuto molto l'atteggiamento di Van den Broeck". Tornando al siciliano Nibali, Chiappucci ha una sua teoria: "Se fosse andato al Giro per vincere, e secondo me non sarebbe rimasto fuori dai giochi, magari poteva poi presentarsi al Tour con un altro stato d'animo. Intanto vinci il Giro, e salvi mezza stagione". Su Ivan Basso, 'El diablo' ribadisce quanto detto al Giro d'Italia: "Non ha più la gamba di una volta". (ANSA)

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