Vittoria netta, in due set, per Alexander Zverev che a 21 anni diventa il più giovane vincitore dell’ultimo decennio delle ATP Finals, superando in finale Novak Djokovic. Dopo aver liquidato Roger Federer in semifinale, il 21enne tedesco si è ripetuto nell’ultimo match della stagione, questa sera alla O2 Arena, dominando un match che alla viglia lo vedeva nettamente sfavorito. Ribaltando i pronostici, in un’ora e 20 minuti, Zverev, n.4 al mondo, ha surclassato Djokovic, n.1 del ranking, che non perdeva in modo così netto (6-4 6-3) da almeno sei mesi (il serbo aveva vinto 35 degli ultimi 37 match).
Fallisce quindi l’assalto al sesto titolo delle Finals (record detenuto da Federer) da parte di Djokovic, che esattamente dieci anni fa conquistava il suo primo titolo dei Maestri. Zverev, che conquista il quarto titolo stagionale, diventa il primo tedesco a mettere le mani sull'ultimo torneo dell’anno da oltre 20 anni (ultimo vincitore, Boris Becker, nel 1995). «In questo momento non so descrivere le emozioni che provo - le parole di Zverev -. Sono incredibilmente felice, ovviamente è il titolo più importante della mia carriera». Lo scorso anno Zverev aveva debuttato alle Finals, fallendo la qualificazione alla semifinale: quest’anno ha saputo reagire alla brutta sconfitta contro lo stesso Djokovic nella fase Round Robin (6-4 6-1). E dire che Djokovic si era presentato in finale senza aver smarrito non solo un set, ma neppure un turno di servizio (36 giochi al servizio vinti di fila).
E aveva concesso la miseria di due break-point ai suoi avversari nei precedenti quattro incontri, annullandoli puntualmente. Tutt'altra storia in finale: Djokovic è apparso meno implacabile del solito, ma a sorprendere è stato sopratutto il livello di gioco del tedesco, solido a fondo-campo, cinico nello sfruttare le sue occasioni. Capace di strappare il servizio al serbo quattro volte in 10 game. Una vittoria, limpida e meritata, che vale a Zverev un regalo di Natale (sotto forma di assegno) del valore di 2,5 milioni di dollari. Per Djokovic la consolazione di chiudere l’anno da n.1 al mondo, dopo una vertiginosa risalita nel ranking internazionale: dal n.22 nel giugno scorso, sul tetto del mondo a novembre.
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