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Superga, 70 anni dopo la tragedia Torino omaggia i suoi "Invincibili"

Nel ricordo degli 'Invincibili', a 70 anni dalla tragedia di Superga, ma anche con l’entusiasmo per la squadra di oggi che ha fatto soffrire la Juve nel derby ed è in corsa per un posto nelle coppe europee. Migliaia di tifosi hanno colorato di granata Torino. Ma sono tanti anche i messaggi scritti da non granata, come quello dell’ex portiere della Juve Gigi Buffon, che ha citato Indro Montanelli: «Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto 'in trasferta'».

La lunga giornata granata ha avuto il primo appuntamento al Cimitero Monumentale, davanti alle tombe dei caduti di Superga, con il presidente granata Urbano Cairo, il cappellano del club don Riccardo Robella, parenti dei caduti e anche tanti tifosi. «Il ricordo del Grande Torino è ancora molto vivo e andare davanti alle tombe è stato molto toccante - ha detto Cairo - quei giocatori non erano solo campioni che hanno fatto la storia del calcio, ma anche grandi uomini, ricchi di valori. Hanno lasciato un’eredità importante, sul piano sportivo e umano. Il loro ricordo è vivo per tutti i tifosi, non solo per quelli del Torino».

Nel pomeriggio i dirigenti, la squadra e lo staff tecnico si sono trasferiti al Duomo, per la messa solenne. «Giusto celebrarla nella cattedrale di Torino, dove si svolsero i funerali nel '49, seguiti da 600-700 mila persone». Durante l’omelia don Robella ha spaccato simbolicamente un vaso. «Il grande Torino era come un vaso ricco di grandi valori, finito in pezzi nel momento più bello. Ognuno di noi deve portare un coccio nel cuore, custodire la memoria di quella grande squadra, senza che però che nessuno ne abbia pretesa di esserne l’unico portatore. Perché quella memoria così ricca va condivisa e trasmessa a chi verrà dopo di noi».

All’uscita dal Duomo, in un pomeriggio di pieno sole, così diverso dal 4 maggio 1949, una folla di tifosi granata ha applaudito la squadra granata che è salita sul pullman diretta a Superga. E sul colle sopra Torino, sul piazzale davanti alla basilica, altre scene di entusiasmo per Belotti&C, con una ovazione per Armando Izzo, il difensore che è ormai uno dei beniamini del tifo granata. Belotti, emozionato, davanti alla lapide ha letto i nomi dei 31 caduti nella tragedia di Superga, nella commozione e nel silenzio generale.

Sul piazzale davanti alla chiesa tifosi provenienti da ogni angolo d’Italia, con delegazioni dalla gemellata Fiorentina e da Genova: «Il Grande Torino sarà sempre immortale - recitava uno striscione dei 'Figgi de Zena', tifosi del Genoa -. Da 70 anni campione senza alcun rivale». Anche quando il pullman granata ha abbandonato Superga tra gli applausi degli oltre 2000 tifosi presenti, è continuato il pellegrinaggio granata per ricordare e onorare la squadra più leggendaria della storia del calcio italiano.

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