Il velocista tascabile, questa volta, non ha perdonato. Caleb Ewan ha messo il proprio sigillo nello sprint del 106/o Tour de France di ciclismo, che metteva in palio il successo dell’11/a tappa, bruciando Dylan Groenewegen proprio all’ultimo respiro.
Un battito di palpebre ha decretato il successo del piccolo, ma potente ed esplosivo, 'canguro volante', che finora era rimasto a mani vuote in questa edizione della Grande Bouche e che oggi può festeggiare un traguardo importante. E’ rimasto all’asciutto, oltre all’olandese Groenewegen, anche Elia Viviani, questa volta terzo nell’ordine d’arrivo. Il veronese ha provato come sempre a vincere, ci ha sperato tanto, ma gli è mancata forse la giusta esplosività per mettere la ruota davanti ai rivali.
La tappa odierna, che seguiva il primo giorno di riposo della corsa gialla, è stata caratterizzata dalla solita fuga conclusa a quattro e con dentro ancora una volta Rossetto, Perez, Calmenjane e Aimé De Gendt, che non è parente del più celebre Thomas. Proprio De Gendt, mentre i compagni lo abbandonano, è l’ultimo ad arrendersi, pedalando controvento e da solo contro il gruppo. Una caduta ai -30,8 km dall’arrivo coinvolge un nutrito gruppo di corridori, fra i quali anche Giulio Ciccone. A pagare dazio è Niki Terpstra che resta a terra ed è costretto al ritiro immediato: per lui la sospetta frattura della clavicola.
Domani comincia un’altra corsa, assai più severa e aspra, con Julian Alaphilippe che potrebbe veder sfumare - forse in modo definitivo - il proprio primato nella classifica generale. Il francese in giallo, che ha un vantaggio di 1'12" sul campione uscente Geraint Thomas e 1'16" sul colombiano cresciuto in Italia, Egan Bernal - entrambi paladini della Ineos - dovrà difendersi questa volta in quota, non sui muri ripidi e brevi.
Lo attendono due Gran premi della montagna di 1/a Categoria, infatti: il primo dopo 146 chilometri di una frazione lunga 209,5 km in tutto, sulla cima del Col de Peyresourde, a 1.539 metri; il secondo, al km numero 179, sull'Hourquette d’Ancizan (1.562 metri). Il finale di tappa è caratterizzato da una discesa assai ardita. I Pirenei chiamano, bisognerà vedere chi risponderà all’appello. Di certo, da domani non ci sarà spazio per alcun bluff.
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