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Pari spettacolare nel derby della Capitale, Lazio e Roma fermate dai legni

Il derby dei legni, delle emozioni e della Roma senza più Totti e De Rossi dopo una vita in giallorosso, finisce in parità. Un risultato che, probabilmente, sta un po' stretto alla Lazio che fra pali e traverse ne ha colpiti quattro e ha avuto anche un gol a tempo scaduto non convalidato dopo 'silent check' al Var (quando Jony ha crossato era in offside). Ma alla fine le due squadre possono dirsi soddisfatte, e di sicuro può ritenersi tale il pubblico, che ha assistito a una bella partita: non ci sarà stato lo stesso livello tecnico di Juventus-Napoli, ma di episodi da raccontare e capovolgimenti di fonte ce ne sono stati tanti. Prima del via l'omaggio della Nord a Diabolik, con una coreografia dedicata all'ultras laziale ucciso. Un omaggio trasversale, perché anche la Sud giallorossa ha esposto uno striscione per Fabrizio Piscitelli: "Riposa in pace".

La Roma ha adottato un atteggiamento tattico un po' più prudente rispetto a quanto visto contro il Genoa, con la difesa meno alta per tamponare meglio le ripartenze in velocità di Immobile e Correa. Ma proprio quest'ultimo è stato un'autentica spina nel fianco sulla destra della difesa romanista, lasciando spesso sul posto chi cercava di fermarlo e inventando assist o concludendo lui stesso. L'argentino appena convocato da Scaloni in nazionale nel primo tempo ha colto un palo, mentre nella ripresa ha sprecato un'occasione calciando addosso a Pau Lopez, che comunque aveva coperto bene lo spazio. L'inizio del derby della Capitale è stato scoppiettante, con il palo di Lucas Leiva al 3', con un bel tiro, e la replica quasi immediata di Zaniolo (partito bene, ma spentosi progressivamente), che al 5' ha colpito anche lui un legno della porta avversaria.

Poi il match è continuato così, a ritmo elevato e con un gioco a viso aperto da una parte e dall'altra, con tutti che mettevano in campo la voglia di vincere. Al 16' rigore per la Roma: l'arbitro Guida era un passo quando Dzeko ha calciato sul braccio di Milinkovic Savic. Penalty inevitabile e trasformazione, al 17', dell'ex Kolarov, ancora goleador contro la Lazio. Incassata la rete, la Lazio si è gettata al contrattacco, sfiorando il gol con una 'spizzata' di Immobile che ha attraversato tutto lo specchio di porta senza che un altro biancoceleste intervenisse, e poi con lo stesso Immobile che ha colpito la traversa. Nemmeno un minuto dopo palo di Correa, mentre al 27' il legno lo ha colpito Zaniolo. Insomma una girandola di colpi di scena, che però non hanno modificato il risultato.

Il pari della Lazio è arrivato al 14' st, con Milinkovic che ha rubato palla a Kolarov, ha servito Immobile che è andato via sulla destra e ha servito l'assist al centro per la conclusione vincente dell'ottimo Luis Alberto. Due minuti dopo lo spagnolo ha calciato alto da posizione favorevole, mentre al 26' c'è stato un cambio poco comprensibile di Inzaghi, che ha tolto Milinkovic, fino a quel momento uno dei migliori. La Roma ha messo in campo l'impalpabile Pastore, poi ha pensato a coprirsi con gli innesti di Santon e, nel finale poco dopo la traversa di Parolo, con il mediano Diawara al posto dell'esausto Florenzi. Ultima emozione la rete di Lazzari annullata a tempo scaduto, e con l'ausilio tecnologico. Insomma, un bel derby che, nel giorno delle stracittadine anche a Londra (Arsenal-Tottenham), Glasgow (Rangers-Celtic), Montevideo (Nacional-Penarol) e Buenos Aires (River-Boca con il primo 'Superclasico' di De Rossi) ha ribadito che il calcio è uno sport da amare.

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