Gli ultrà europei, con i rappresentanti di una trentina di gruppi organizzati siciliani e poco più di centocinquanta del resto d’Italia fra i sottoscrittori, hanno firmato un documento per chiedere che non si riprenda a giocare a calcio se non in condizioni di sicurezza e alla presenza dei tifosi sugli spalti. Circa 350 club di gruppi organizzati fra italiani, francesi, tedeschi, greci, spagnoli, rumeni, belgi e polacchi che si sono rivolti alle istituzioni con un volantino dal titolo «Stop football, no football without fans» plaudendo alla chiusura totale adottata per tutelare la salute, «la cosa più preziosa che abbiamo», e per chiedere uno stop assoluto del calcio europeo.
«Chi gestisce il calcio - scrivono gli ultrà - ha un unico obiettivo, vale a dire ripartire. Siamo fermamente convinti che a scendere in campo sarebbero solo ed esclusivamente gli interessi economici. E ce lo conferma il fatto che si ripartirebbe a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo sport popolare: i tifosi». Gli ultrà chiedono «agli organi competenti - si legge sul documento - di mantenere ferme le competizioni finché affollare gli stadi non tornerà ad essere un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva».
I tifosi, che criticano la gestione degli ultimi anni del sistema calcio che oggi si ritrova in crisi «per colpa della mal gestione che abbiamo sempre evidenziato», temono che il rischio se non si adotteranno provvedimenti per ridimensionare il sistema possa essere «la morte del calcio stesso». Poi l’affondo: «Se lucrassimo sulla nostra passione - scrivono gli ultrà - spingeremmo per una ripartenza anziché lottare affinché questo non avvenga. Siamo pronti a confrontarci con chi di dovere per riportare il calcio alla sua dimensione sportiva e fare in modo che questo torni a essere uno sport popolare».
Caricamento commenti
Commenta la notizia