Carlo Mazzone, imprecante, sotto la curva dell'Atalanta. Uno scatto che, nell'immaginario dei tifosi dei primi anni del nuovo millennio, è sempre presente. Che avveniva a pochi secondi dal termine del derby lombardo tra il Brescia, allenatore dal tecnico capitolino, e i bergamaschi.
La lunga corsa di Mazzone
"Se famo 3-3, vengo sotto la curva", aveva giurato il tecnico romano in panchina il 30 settembre di 20 anni fa, dopo che i tifosi bergamaschi avevano sfruttato il largo vantaggio (3-1) per intonare cori di offesa a Mazzone e alla madre. Poi, l'incredibile rimonta e la corsa furiosa a pugno chiuso, urlando di tutto mentre il suo vice Leonardo Menichini e soprattutto Cesare Zanibelli, dirigente accompagnatore, provavano senza successo a frenarlo. "Non avrei mai pensato che quel momento sarebbe entrato nella storia del calcio - racconta Zanibelli - dopo il secondo gol, il mister aveva cominciato a promettere che in caso di pari avrebbe fatto quello che poi ha fatto e allora - dice - mi ero messo sul chi va la' perché Mazzone era uomo di parole in tutto. Ho provato a fermarlo, ma poi ho subito desistito perché tanta era la rabbia che lo animava che avrebbe finito per travolgermi e calpestarmi".