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Tonfo Juve in borsa, Arrivabene ascoltato tre ore da pm per plusvalenze

Sabato il discorso alla squadra, oggi quello ai dipendenti. Andrea Agnelli continua a "tranquillizzare e rasserenare tutti», ma in Borsa per la Juventus si consuma la "tempesta perfett". Il titolo crolla nel primo giorno di contrattazioni dopo gli indagati per il caso plusvalenze, che coincide anche con l’avvio dell’aumento di capitale da 400 milioni di euro. Fermato e poi riammesso alle trattative, il suo valore è sceso fino al 7,5% per poi recuperare qualcosa e chiudere a 0,43 euro (-6,3%) più o meno nella stessa ora in cui, a Torino, l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene lasciava la procura dopo una audizione di oltre tre ore.

Marco Gianoglio, Ciro Santoriello e Mario Bendoni, il pool di magistrati che indaga sui conti bianconeri, hanno ascoltato in qualità di testimone il manager, da luglio amministratore delegato del club dopo essere entrato nove anni fa nel consiglio di amministrazione. Secretato l’interrogatorio, come già accaduto sabato con quello ben più lungo - nove ore - di Federico Cherubini, il direttore generale che in estate ha sostituito Fabio Paratici, considerato dagli inquirenti l'artefice della «pianificazione preventiva» delle plusvalenze e per questo motivo indagato con il presidente Andrea Agnelli e il vicepresidente Pavel Nedved. Presto a Palazzo di Giustizia potrebbe essere il turno di altri dirigenti. Sono già state calendarizzate secondo quanto si apprende le audizioni di Paolo Morganti, che di Cherubini è il braccio operativo, nonché quelle di Stefano Bertola e Marco Re, rispettivamente ex Chief Corporate & Financial Officer e ex dirigente finanziario, entrambi indagati con Stefano Cerrato, che della Juventus è l’attuale Chief Corporate & Financial Officer. S'indaga sui bilanci degli ultimi tre anni, e su plusvalenze sospette per 282 milioni di euro, per cui gli elementi da analizzare negli uffici al quinto piano del Palazzo di Giustizia sono davvero tanti. Pagamenti che non corrispondono alle operazioni concluse, fatture per operazioni inesistenti, ma anche mandati fittizi e maxi commissioni agli agenti dei calciatori.

Segue con attenzione la vicenda Exor, la holding della finanziaria Agnelli che detiene il controllo della Juventus, perché anche la Consob potrebbe prendere iniziative se emergessero false comunicazioni ai mercati. Domani è in programma l’assemblea degli azionisti e non è escluso che il presidente John Elkann, sabato sera allo stadio accanto al cugino Andrea, debba essere chiamato a rispondere alle domande dei soci sul tema. Gli illeciti restano comunque ancora da dimostrare. Secondo quanto trapela da ambienti vicini alle indagini, i molteplici profili che emergono dalle intercettazioni potrebbero non avere rilevanza penale ma essere di grande interesse per la giustizia sportiva. La Federcalcio, che sulle plusvalenze aveva già acceso nei mesi scorsi un faro, non a caso ha chiesto informazioni dettagliate alla Procura di Torino. Il fenomeno plusvalenze, del resto, non riguarderebbe soltanto la Juventus ma investirebbe l'intero sistema calcio.

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