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Caso plusvalenze, Gravina: "No a processi sommari"

Il presidente della Figc frena sull'allarme lanciato dalla Covisoc e i rumors su slavine di provvedimenti sportivi e giudiziari

Gabriele Gravina, presidente della Figc

Il pianeta calcio si divide sulle plusvalenze. Il numero 1 della Figc, Gabriele Gravina, frena sull'allarme lanciato dalla Covisoc e i rumors su slavine di provvedimenti sportivi e giudiziari capaci di travolgere, sulla scia dell’inchiesta sui conti della Juventus, un grande numero di club poco accurati nella stesura dei bilanci.

«In questo momento - afferma - eviterei i processi sommari. Nel mondo dello sport abbiamo continuamente forme di degenerazione, che però devono essere dimostrate. Ora come ora dobbiamo rimetterci alla magistratura ordinaria, che dispone di strumenti più incisivi per l’accertamento dei fatti». Per quel che riguarda la procura di Torino non se ne parla prima della prossima settimana: questi, secondo quanto si apprende, sono i tempi previsti per la chiusura delle indagini preliminari sui bianconeri. E quindi per l'eventuale invio di atti ai "detective" della Figc. «Negli ultimi giorni - aggiunge. Gravina - ho scoperto tantissimi scienziati in grado di individuare delle soluzioni. Ma tutto ciò che può essere collegato a una valutazione di mercato non può essere ricondotto a un algoritmo. C'è una domanda e c'è un’offerta, figuriamoci se possiamo fare riferimento a parametri che non siano soggettivi. Il tema è un altro: capire se è possibile adottare dei criteri in grado di produrre cautele e precauzioni per tenere della debita considerazione le plusvalenze effettive e fare riferimento a quelle che sono legate a scambi di finanza. Ci stiamo lavorando. A livello UEFA una commissione che l’onore di presiedere sta studiando accorgimenti da inserire nelle liste nazionali».

Le reazioni

La risposta del presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, è che «le regole devono valere per tutti». «Il calcio - osserva - si può falsare dentro e fuori dal campo. In questo caso accade economicamente. Noi paghiamo puntualmente tasse, stipendi, ma non tutti lo fanno: eppure nessuno viene punito. La Juve realizza plusvalenze per centinaia di milioni e continua ad accumulare debiti. Mi chiedo come fa. Non solo: la sua è una vicenda che può influenzare anche me e altri club. Serve uniformità di trattamento». A Torino i pubblici ministeri proseguono per la loro strada. Oggi, dopo una riunione che è servita a fare il punto della situazione, hanno ripreso ad ascoltare il testimone. Al quinto piano del palazzo di giustizia è rimasto quasi quattro ore Giovanni Manna, dirigente della Juventus responsabile della Under 23. Tra le plusvalenze che interessano gli inquirenti subalpini ci sono quelle fatte maturare sugli scambi di giocatori giovani e giovanissimi. L’idea dei magistrati è che la società bianconera ne abbia realizzate di fittizie (circa 282 milioni su un totale di 320 messi in contabilità) per determinare un «miglioramento fraudolento» dei conti. In questa partita i parametri di valutazione degli atleti, cui ha fatto riferimento Gravina, non rivestono alcun interesse. Il focus è sulla regolarità della formazione dei bilanci degli ultimi tre anni.

Con Manna le audizioni, almeno in questa fase, dovrebbero essere concluse. La convocazione di Andrea Agnelli e Pavel Nedved ( in veste di indagati) non è in agenda. L’ultimo nodo da risolvere è legato alla misteriosa scrittura privata di Ronaldo, che finora non è stata recuperata. Se non dovesse saltare fuori non è esclusa, in linea di principio, l’audizione di Jorge Mendes, il procuratore di Cr7.

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