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Ranocchia rescinde col Monza e lascia il calcio: "Mi si è spento l'interruttore"

Un lungo video per dire addio o quasi. Il giorno dopo la rescissione del contratto sottoscritto in estate col Monza, Andrea Ranocchia rompe il silenzio via Instagram per annunciare che difficilmente tornerà a mettere gli scarpini: quella col Napoli del 21 agosto scorso, quando è uscito in barella per la frattura di tibia e perone della gamba destra, sarà con tutta probabilità la sua ultima partita. "L'ultimo anno e mezzo non è stato facilissimo e piano piano anche la passione che ho sempre provato è venuta meno - confessa il 34enne difensore - Stava venendo meno già a maggio quando ero all’Inter, sentivo che c'era qualcosa che non mi tornava. Abbiamo deciso di separarci, volevo trovare dei nuovi stimoli e sono riconoscente al Monza che mi ha dato questa nuova opportunità, mi hanno offerto un ottimo contratto e la possibilità di rimettermi in gioco e di capire cosa mi stesse succedendo. Purtroppo le sensazioni non erano migliorate e andando avanti è come se si fosse spento qualcosa, un interruttore dentro di me. All’inizio non volevo accettarlo ma sentivo che non c'era più niente dentro di me, poi c'è stato questo brutto infortunio che mi avrebbe tenuto lontano dal campo per mesi e se non hai la passione e la determinazione di voler tornare, è giusto non prendere in giro nessuno, me in primis".
"Ho espresso a Galliani questo mio malessere e questa mia decisione - ha spiegato ancora Ranocchia - Ora mi prendo un po' di tempo per rimettere in sesto i miei pensieri per il futuro, non credo proprio che tornerò a giocare a calcio. Mi godo ora altre cose e poi deciderò il da farsi per il futuro". Per l’ex capitano dell’Inter è l’occasione per guardarsi indietro.

"Quando ho iniziato a giocare a calcio, trent'anni fa, ho iniziato con grandissima passione, era la cosa più bella al mondo. Per me c'erano solo gli amici e il calcio. Ne sono passate tante, non ho mai pensato a dove sarei arrivato, ho pensato solo a divertirmi e portare avanti la mia passione giornalmente. Ho avuto la fortuna di averla trasformata nel mio lavoro, sono andato avanti passo dopo passo, anno dopo anno, sono stato a contatto con tantissimi allenatori, giocatori, direttori che mi hanno dato tantissimo e di cui mi porterò dietro un ricordo, una parola e dei momenti spensierati". Tanti i ringraziamenti, uno dei quali per Antonio Conte: "Ho avuto la fortuna di incontrarlo ad Arezzo e mi ha trasformato in un professionista, in un vincente. È un allenatore che quando ti prende e quando ti lascia non sei più quello di prima. Mi ha lanciato nel calcio vero"

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